Cosa vedere a Varsavia in 3 giorni: la mia mini guida

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La capitale polacca non è la città più bella che abbia mai visto, ma ha un fascino irresistibile: vi racconto cosa vedere a Varsavia in 3 giorni

Varsavia è una città piena di energia. Probabilmente è il riflesso di una storia a dir poco “travagliata”, che l’ha vista rinascere dalla sue ceneri nel vero senso della parola. E ne va giustamente orgogliosa. Qui ho respirato l’animo polacco, quello che ha visto la propria capitale rasa al suolo dai nazisti, e che si è rimboccato le maniche per ricostruirla esattamente com’era. E lo ha fatto bene, rendendola una città vibrante che guarda al futuro. Voglio farvela conoscere: pronte per venire con me?

Cosa vedere a Varsavia in 3 giorni? La Piazza del Mercato con i palazzi colorati
La Piazza del Mercato

Con Varsavia ho un rapporto complesso. Sono onesta, ci ho passato tre giorni ma non l’ho visitata come avrei voluto. Quando sono arrivata avevo preso un freddo tremendo e stavo male. E, altro momento di onestà, non mi ha fatto battere il cuore. Non so dirvi se sia per il fatto che non l’ho girata abbastanza. Sarà che venivo da due piccole perle come Cracovia e Breslavia, mentre Varsavia è grande più del doppio di Milano, con arterie molto trafficate.
In sintesi, non ve la consiglierei come unica meta di un viaggio polacco, ma faceste un tour più lungo come il mio, è una tappa doverosa. Perché? Perché la stimo enormemente per come è tornata a vivere. Non ti stupisce con un effetto wow immediato, ma secondo me si fa scoprire piano piano. Quindi le do fiducia e vi racconto cosa ho visto, e cosa avrei voluto vedere (ecco la mappa).

Un negozio di fotografia a Varsavia

Prima una piccola presentazione. Capitale della Polonia dal 1596, Varsavia è nel centro del Paese, a metà strada fra il Baltico e i Carpazi. È un importantissimo centro scientifico, culturale e artistico. Per darvi un’idea conta 28 teatri, 35 musei e 60 gallerie d’arte. E grazie a una settantina di università e a numerosissimi istituti scientifici, accoglie più di 200.000 studenti.
Una città giovane non solo per i suoi studenti, ma anche per essere stata ricostruita 70 anni fa. Nel 1944, l’Armata Rossa era ormai alle porte, ma Hitler aveva un obiettivo irrinunciabile: distruggere Varsavia. E lo fece. Senza contare le perdite umane. La comunità ebraica, seconda per grandezza solo a quella di New York, è stata annientata. Dopo essere sopravvissuta ai nazisti, la Polonia è passata sotto il regime sovietico. Vita facile insomma: il passato c’è e si ricorda, ma si guarda avanti.

L'ingresso della metropolitana di Varsavia con alle spalle i grattacieli scintillanti

Dal punta di vista architettonico, Varsavia è molto eterogenea, un mix di grattaceli scintillanti e antichi palazzi color pastello. Io sono arrivata in treno, e appena uscita dalla stazione ad accogliermi c’era il Palazzo della Cultura e della Scienza. Coi suoi 230 metri di altezza è l’edificio più alto d’Europa. Costruito negli anni ’50 durante il controllo sovietico, è stato donato al popolo da Stalin: potete immaginare quanto sia amato. A me invece è piaciuto molto, e mi è anche stato utile per orientarmi, visto che il suo “pennacchio” si vedeva ovunque mi trovassi.
Varsavia è divisa in due dal fiume Vistola, ma il cuore pulsante è tutto sul lato ovest. Per assurdo però è proprio dall’altra parte che troviamo la Varsavia originale, nel quartiere di Praga. Non essendo strategicamente interessante, è stato risparmiato dai bombardamenti. Ma di lui parleremo dopo.

Cosa vedere a Varsavia in 3 giorni? Il Palazzo della Cultura e della Scienza, il palazzo più alto d'Europa
Il Palazzo della Cultura e della Scienza

La Città Vecchia

La vera attrazione di Varsavia è la sua Città Vecchia (“Stare Miasto”). È una minuscola perla, ricostruita fedelmente e con una precisione maniacale. Come? Sulla base di dipinti del 1700 in cui Bernardo Bellotto (chiamato Canaletto in onore del famoso zio) lo aveva ritratto con una ricchezza di dettagli incredibili. I varsaviani rivolevano la loro città sparita, e l’hanno riportata in vita. Una caparbietà che la dice lunga su questo popolo. E una simile caparbietà meritava un riconoscimento planetario, arrivato dall’Unesco che ha inserito la Città Vecchia nel Patrimonio dell’Umanità.
Parliamo della Varsavia più antica, con una manciata di vicoli e piazze che si visitano velocemente. Ma non mancano edifici e chiese storiche importanti, come il Museo di Varsavia e la Cattedrale gotica di S. Giovanni. Fa veramente senso pensare che sia una “nuova Città Vecchia”, sembra davvero una meraviglia d’altri tempi.

Cosa vedere a Varsavia in 3 giorni? Plac Zamkowy con il Castello Reale e la colonna di Sigismondo III Vasa
Il Castello Reale e la colonna di Sigismondo III Vasa

Entrate nella Città Vecchia da Plac Zamkowy, una piazza molto grande dominata dal Castello Reale e dalla colonna di Sigismondo III Vasa (alta 22 metri), il re che trasferì la capitale da Cracovia a Varsavia.
Il centro nevralgico è la Piazza del Mercato (“Rynek Starego Miasta”), il vero e proprio simbolo di Varsavia da quando è stata costruita nel 1300. È molto più piccola e intima rispetto a quelle di Cracovia e Breslavia. Nella sua cornice di palazzi colorati, in un mix di architetture del 1800-1900, ospita i tavolini di café e ristoranti, gallerie d’arte, pittori e ritrattisti. Proseguendo verso nord c’è la porta del Barbacane, in mattoni rossi, con la torre difensiva e quello che resta delle mura del 1500. Fate un salto al Lapidarium Antyki (Ulica Nowomiejska 15/17), un negozietto che è il tripudio del collezionismo dagli amuleti alle divise militari.

Cosa vedere a Varsavia in 3 giorni?   Piazza del Mercato con i tavolini dei ristoranti e café
La Piazza del Mercato

Il Tragitto Reale

Per raggiungere la Città Vecchia vi consiglio di fare come ho fatto io: camminate lungo il Tragitto Reale. È un percorso fatto di grandi viali che dal parco di Lazienki Królewskie arriva appunto fino al centro storico. Per la precisione va da Plac Trzech Krzyzy a Plac Zamkowy.
Lungo questo tragitto si incontra buona parte degli edifici storici varsaviani. Ulica Nowy Swiat è il tratto principale con negozi, librerie, caffè e ristoranti. Architettonicamente dominano lo stile del 1800-1900.
Proseguendo, il viale cambia nome e diventa Ulica Krakowskie Przedmieście con molte chiese storiche (nella foto qui sotto, la Chiesa Carmelitana, incredibilmente scampata ai bombardamenti). Ma ci sono anche edifici pubblici di grande importanza come l’Università di Varsavia, e la sede dell’Accademia Polacca delle Scienze con la statua di Niccolò Copernico (all’anagrafe Mikolaj Kopernik, ho scoperto solo a Varsavia che era polacco, beata ignoranza).

La Chiesa Carmelitana lungo il tragitto reale
La Chiesa Carmelitana

Museo dell’Insurrezione di Varsavia

Indirizzo: Ulica Grzybowska 79, Varsavia
Questo museo per me è un must. Dovete sapere che nel 1944, Varsavia ha resistito ai nazisti per 63 giorni. Ben 700.000 persone hanno perso la vita, l’80% della città era distrutto.
È un museo multimediale con tantissimo materiale diviso su più piani. Ci sono filmati, fotografie, testimonianze dei sopravvissuti, cimeli di ogni tipo, persino la replica di un bombardiere. Onestamente l’ho trovato dispersivo, non è organizzato con una logica chiara. Tra visitatori e scolaresche era anche parecchio affollato. E contate che era un venerdì. Ma sono contenta di esserci andata e ci tornerei, perché ricrea l’atmosfera di quei terribili giorni, che sono motivo di orgoglio per il Paese intero. Il pavimento è realizzato persino coi ciottoli per ricordare la città sparita. Perché quello che si capisce chiaramente, è che Varsavia era una città morta. Ma ha saputo rinascere.

Alcuni cimeli dell'insurrezione di Varsavia
Alcuni cimeli dell’insurrezione di Varsavia

Quello che avrei voluto vedere

Eccoci al tasto dolente. Se mi seguite sapete che macino mille chilometri al minuto, parlo coi muri e mi infilo ovunque. Vi consiglio i miei rimpianti, andateci voi per me!

– Praga: non solo è il quartiere scampato ai bombardamenti ma, un tempo malfamato, si sta rivalutando ed è la zona alternativa e artistica di Varsavia. È molto apprezzato anche per la vita notturna. Tenete le antenne dritte comunque, così mi hanno detto in ostello. Ci hanno girato alcune scene de “Il pianista” di Polanski.

– Lazienki Krolewskie: questo parco curatissimo è il più grande di Varsavia. È una capitale molto verde, con il 30% di superficie fatto di parchi e giardini per un totale di 80 ettari. Avrei voluto andare anche ai Giardini Sassoni, il primo parco pubblico cittadino. Sono citati mille volte nel libro che vi consiglio fra poco.

– Altri musei: con 35 musei c’è l’imbarazzo della scelta! Mi ero segnata: il Museo di Varsavia che ripercorre la storia della città; il Museo Frédéric Chopin (nato poco lontano da Varsavia ma orgoglio cittadino); l’Istituto di Storia Ebraica con le foto del ghetto, di cui non resta nulla se non qualche frammento di muro; il Museo dei Poster, con migliaia di manifesti polacchi.

Le statue di un palazzo lungo il Tragitto reale

CONSIGLI DI VIAGGIO

Come arrivare

Sono arrivata in treno da Breslavia in poco meno di 5 ore (73 zloty, circa 15 euro al cambio attuale), e sono ripartita in aereo con Ryanair per tornare a Milano.
L’aeroporto di Modlin per i voli low cost (l’altro è intitolato a Chopin) è davvero minuscolo. Portatevi da mangiare perché all’interno ci sono solo cibarie confezionate. Per arrivare a Varsavia, una navetta vi porta alla stazione del treno di Modlin, e da lì in 40 minuti siete in città.

Come muoversi

Varsavia ha due linee della metropolitana, ed è servita da tram e bus in ogni dove. Il biglietto costa 3,40 zloty (circa 70 centesimi) e si compra alle macchinette.

Dove mangiare

C’è l’imbarazzo della scelta, ma col fatto che non stavo bene preferivo mangiare tranquilla in ostello. Sono stata comunque in un paio di “bar mleczny”, una sorta di self service made in Polonia molto economici che adoro. Ma ve ne consiglio solo uno:
– Pod Barbakanem: a un passo dal Barbacane, è un posto super spartano con una scelta limitata, ma fanno “pierogi” buoni. Sono i tipici ravioli ripieni, che con l’acqua mi sono costati 30 zloty (6 euro).

Queste invece sono le dritte che mi aveva dato una mia amica di Varsavia:
– Specjaly Regionalne (Nowy Swiat 44) per mangiare piatti polacchi tradizionali in centro
– Rusalka (Ulica Florianska 14), un “bar mleczny” a Prag
– Bar mleczny “Sady” (Ulica Zygmunta Krasińskiego 36), altro “bar mleczny”

I “pierogi” di Pod Barbakanem

Dove dormire

Chillout Hostel
Indirizzo:
Ulica Poznanska 7/5, Varsavia
Mi sono trovata molto bene! Ero in una camerata da 4 sole donne, piccola e molto basic ma altrettanto pulita, e ho speso 23 euro a notte. Staff super gentile, cucina ben equipaggiata. È lontano dalla Città Vecchia (circa 40 minuti a piedi) ma è in una zona molto pimpante, piena di bar e ristoranti. In 15 minuti siete alla stazione del treno.

CONSIGLI LETTERARI

“La famiglia Moskat” di Isaac B. Singer è un capolavoro. Racconta la storia di una facoltosa famiglia di ebrei a Varsavia dai primi del ‘900 fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Non spaventatevi per le 700 pagine, si divora. Ti mostra la Varsavia che non c’è più. Sembra quasi di camminare per le sue strade, sentire la neve sotto i piedi, il profumo del pane appena sfornato.

PODCAST

Vi consiglio assolutamente “1944, la distruzione di Varsavia” del Professor Paolo Colombo. In 7 puntate racconta quello che è successo in quei giorni, fornendo un quadro storico esaustivo e tremendamente chiaro.

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