L’altro giorno una mia amica mi ha chiesto: “Ma a te, i tuoi viaggi piacciono sempre?”. La risposta è stata “Sì”. Ed è venuta di getto, onesta e non ponderata. Io in viaggio mi esalto, mi entusiasmo a livelli patologici, è una sindrome con cui convivo da anni. E non per darmi un tono parlando in giro dei Paesi che visito, e non perché ho bisogno che sia così per dipingermi una realtà su misura. Mi entusiasmo semplicemente perché mi sento una bambina in una gelateria enorme tutta per me. Credo sia davvero difficile restare completamente deluse, non trovare nulla ma proprio nulla che ci piaccia, la bellezza è ovunque. A voi è mai successo? Raccontatemi perché sono curiosa.

Premessa: in questo caso per “viaggi” intendo sia una singola meta sia un itinerario più lungo. Nel microcosmo di una città come nel macrocosmo di un Paese intero, c’è molto da vedere.
Ecco, una delle poche delusioni dei miei viaggi è stata Saigon ad esempio, durante un mese a zonzo per il Vietnam. Ho avuto modo di visitarla per 3 giorni, e proprio non mi ha fatto battere il cuore. Ma è veramente una rarità nelle mie esperienze. Sulla mia isoletta danese nel Mar Baltico ho avuto difficoltà perché in inverno era davvero solitaria, ma in un rapporto di amore e odio mi sono concentrata sui lati positivi: la vita tranquilla, i tramonti da infarto, le persone (poche ma buonissime) che ho conosciuto. Farsi prendere dalla frustrazione perché non va esattamente come vogliamo rovina tutto.

Altra cosa: voi come scegliete le vostre mete? Anche quello ha il suo peso. Io quasi mai a caso, o perché il volo costa 9,99 euro. Sono più della filosofia meglio un giorno da leone che cento da pecora. Poi magari vai a occhi chiusi e fai la scoperta della vita, io però preferisco spendere un po’ di più nel biglietto aereo, taccagnare su cene e vestiti a casa, per investire in un viaggio che sento veramente. Quando prenoto voglio il formicolio nello stomaco, come quando incontriamo qualcuno che ci piace, avete presente? Non c’è una ragione, sappiamo che è così e basta. E allora ci lanciamo alla conquista, o ci facciamo conquistare, dipende dal mood; il risultato in genere non delude, è sempre un’esperienza che arricchisce.

L’importante è non avere aspettative, soprattutto se la meta è mainstream. Qui la delusione può essere dietro l’angolo. Ma se andiamo spoglie di qualsiasi attesa, pronte a viverci quello che arriva, come possiamo non entusiasmarci? Giusto per il fatto che siamo in un posto sconosciuto che ci può insegnare qualcosa di nuovo in termini di arte, bellezza, umanità, cultura, cibo. Anche senza andare dall’altra parte del mondo. Sono appena stata a Palermo e sono tornata non felice, di più. Spesso mi è stata descritta come una città sporca, pericolosa e altri pregiudizi. A me ha incantato, perché non mi sono focalizzata su quello. Stupiamoci, stupiamoci sempre, e osserviamo tutto a 360°. Essere pronte ad accogliere una realtà diversa da quella cui siamo abituate è il segreto per vivere in questa meravigliosa sindrome dell’entusiasmo in viaggio… scusate, ma voi volete davvero guarire?!

Ciao sono Claudia, giornalista milanese non imbruttita, vivo di viaggi in solitaria, scatto foto compulsivamente e divoro libri
Soffro della stessa sindrome… ti capisco perfettamente! <3 Ogni viaggio per me è stupendo oltre che per ciò che mi permette di vedere e conoscere, per come mi fa sentire 😀
Buona serata! Rita
Rita che bello sapere che non siamo sole ad affrontare questo disagio 😉 Continuiamo a soffrire di entusiasmo, sempre e ovunque <3