Con gli occhi a cuore, ho macinato chilometri fra centro storico, quartieri meno battuti e tapas bar: ecco cosa vedere a Siviglia in 3 giorni
“E basta tenere sto viaggio chiuso nel cassetto dei sogni!” mi sono detta, e così ho prenotato il volo: nove giorni tutti per me a febbraio, in una meta che puntavo da una vita, l’Andalusia. Questa terra nel profondo Sud della Spagna dal passato arabeggiante mi affascinava moltissimo. A rendere il viaggio speciale è stata anche la mia ignoranza. A parte le nozioni di base su cosa visitare, ho lavorato fino all’ultimo e sono partita totalmente impreparata. E di fronte a tutta quella meraviglia, sono rimasta sbalordita. Ora vi porto nella prima tappa del viaggio andaluso: pronte per farvi sbalordire anche voi da Siviglia?

Un po’ di storia
Ci vuole però il momento Barbero, perché la storia dell’Andalusia è fondamentale per capire dove ci troviamo. Dal 711 al 1492, la regione è stata sotto il dominio islamico. Contate infatti che si trova praticamente di fronte al Marocco, a separarli ci sono solo i pochi chilometri di acqua dello Stretto di Gibilterra.
Andalusia viene da “al-Andalus”, il nome dato dagli arabi alla parte della Penisola Iberica che controllavano e governavano. Ci pensarono poi i Re Cattolici spagnoli a portare a termine la “Reconquista” con la presa di Granada, l’ultima città strappata ai musulmani da cui fuggì l’ultimo sultano.
La presenza islamica ha lasciato un’impronta indelebile nella storia, l’arte e l’architettura dell’Andalusia. Il mix culturale che la caratterizza le ha donato un fascino unico secondo me.

Quanti giorni?
Il mio viaggio in Andalusia ha avuto due tappe: Siviglia e Granada. Avrei tanto voluto aggiungere Cordova ma sarei stata via troppo tempo, e ho puntato su “less is more”. Ma poco male perché ve l’assicuro, tornerò in Andalusia perché mi ha incantata.
Partiamo quindi da Siviglia, la capitale spagnola del flamenco e degli aranci: pare infatti sia la città col maggior numero di aranci al mondo! Preparatevi a vedere ovunque gli alberi con questi meravigliosi frutti che si stagliano contro il cielo azzurro Stabilo.
A Siviglia in tutto ho passato 5 notti. Il mio consiglio è di dedicarle almeno tre giorni pieni, in due giorni potreste vedere solo le attrazioni principali, e Siviglia merita tempo (ecco la mappa). Sapete che il suo centro storico è fra i più estesi d’Europa? A grandi linee è delimitato dalle arterie del traffico a est, e il fiume Guadalquivir a ovest.

Il cuore del centro storico
Innanzitutto, per entrare nell’atmosfera sivigliana, visitate la parte del centro storico dove si concentrano i gioielli monumentali. La prima cosa che vi consiglio di vedere è uno dei simboli di Siviglia, la Giralda. Nata come minareto della Moschea Grande, è stata trasformata nei secoli nella torre campanaria della colossale Cattedrale di Siviglia, che ha appunto sostituito a sua volta il luogo di culto islamico.
Solo a guardarla, la Giralda racconta tutto sulla storia sivigliana e andalusa. Alta un centinaio di metri, mi ha ricordato il minareto della Moschea di Koutoubia a Marrakech, la somiglianza è fortissima. E molte altre volte Siviglia mi ha ricordato la splendida città marocchina.

Il quartiere ebraico
Da qui in un attimo potete visitare il “barrio” di Santa Cruz, (“barrio” significa “quartiere”). È stato una delle più antiche “juderías” di Siviglia, i quartieri ebraici. Quando la città fu strappata ai musulmani, gli ebrei vennero ammassati in quest’area, un piccolo labirinto di stradine. Poi, quando nel 1492 gli ebrei furono espulsi dalla Spagna per volere dei Re Cattolici, a Santa Cruz vennero ad abitare i cristiani che convertirono le sinagoghe in chiese.
Il quartiere si gira in poco tempo ed è molto turistico, ma è una vera delizia. Alberi di arance ovunque, vicoli minuscoli per proteggersi dal caldo africano nei mesi estivi, ma anche piccole piazzette con panchine di “azulejos” all’ombra degli alberi (gli “azulejos” sono le tradizionali piastrelle in ceramica decorate). Segnatevi in particolare Plaza de la Alianza, Plaza da Doña Elvira e Calle Susona.

Il Real Alcázar
Dopo questa infarinatura del passato sivigliano, è ora di visitare la perla numero uno, il Real Alcázar. I vostri occhi si riempiranno di meraviglia. Qui si tocca con mano la Siviglia dei califfi e dei sultani. Parliamo di uno straordinario complesso di palazzi circondato da mura proprio nel cuore della città. La sua storia comincia nell’VIII secolo come forte dei mori, gli invasori islamici, sulle rovine di una fortificazione di epoca romana. Nel corso dei secoli è stato ampliato molte volte.
Il Real Alcázar è un incredibile esempio di architettura “mudejar”: i “mudejar” erano i musulmani rimasti fedeli alla loro religione anche dopo la riconquista cristiana. Vedrete splendidi mosaici, arabeschi, “azulejos” geometrici, le incredibili decorazioni in gesso, i soffitti in legno intagliato finemente.

Mi hanno totalmente incantata il Patio de las Doncellas, il Salón de los Embajadores, e i Baños de Maria de Padilla, un’oasi di frescura e pace quasi surreale. A questo si aggiungono i magnifici giardini con palme altissime e gli immancabili aranci. Sedersi su una panchina a gustarmi il sole è stato meraviglioso. Doveste andare come me in inverno, contate che all’interno dei palazzi si gela.
Come vi avevo detto, sono partita del tutto impreparata, e ho prenotato la visita quando ero già arrivata a Siviglia. Me lo sono potuta permettere perché era bassa stagione, voi NON FATE QUESTO ERRORE! Organizzatevi per tempo, date un occhio al calendario delle visite il prima possibile. Si può anche acquistare il biglietto sul posto, ma è un bel rischio: quando sono andata io c’era una fila improponibile, non è detto quindi riusciate a entrare.

Plaza de España
Spero di non montarvela troppo, ma credo Plaza de España sia la piazza più bella che ho visto nella vita. È stata costruita nel 1929 in occasione dell’Esposizione Iberoamericana. Ma nonostante sia così “giovane” rispetto alle altre attrazioni, lascia a bocca aperta.
È di forma semicircolare, incorniciata da un palazzo con ai due lati due torri. Lungo il perimetro della piazza c’è un canale navigabile da piccole barche e attraversato da ponticelli. Ma oltre alla bellezza, quello che colpisce è la vastità: Plaza de España ha una superficie totale di 50.000 metri quadrati. Per ammirarla in tutto il suo splendore, salite al primo piano del palazzo. Fate poi un giro con calma e ammirate le panchine di “azulejos” che circondano la piazza: rappresentano le province della Spagna. Di fronte c’è poi un’altra chicca, il Parque De María Luisa. È il grande parco urbano di Siviglia, progettato anche lui nel 1929.

Il “barrio” del la Macarena
La Macarena è il mio quartiere preferito. Pur essendo nel centro storico, è molto meno turistico ma super interessante. Inizia a nord del Metropol Parasol, più noto come Las Setas de la Encarnación, dal nome della piazza. È un’enorme struttura in legno alta 26 metri, con sei grandi ombrelloni a forma di fungo (“seta” appunto in spagnolo).
Il “barrio” prende il nome dalla bellissima Basílica de la Macarena. Vicino ci sono anche i resti di antiche mura romane. La via principale è Calle Feria, con un piccolo mercato coperto carinissimo che si chiama appunto Mercado de Feria. Risale al 1700 ed è uno dei più antichi di Siviglia.
Nel quartiere l’atmosfera cambia totalmente rispetto al centro più gettonato. Niente gruppi di turisti, ma uno spaccato di vita quotidiana, in un’atmosfera tra il popolare e bohémien con negozi vintage e librerie antiquarie. Ci sono viette stupende con palazzi colorati, piazzette tranquille e svariati locali. Segnatevi le viette intorno a Plaza Europa, adorabili!

Il quartiere di Triana
Se attraversate il fiume sul Puente de Isabel II, arrivate nel quartiere di Triana, piccolo ma intenso. Ha un’aria popolare ed è molto amato dai turisti, che però per fortuna ancora non lo invadono. La parte più frequentata è quella della via pedonale, Calle San Jacinto, dove ci sono molti ristoranti e tapas bar, io ci sono tornata due volte a pranzo!
Triana però si concentra nelle vie alla sinistra di Calle San Jacinto, una manciata di strade tranquille. A fare breccia nel mio cuore è stata Plazuela de Santa Ana. È perfetta per bere una “caña de cerveza”, un boccale di birra sotto le fresche frasche. Ci sono infatti diversi locali con tavolini all’aperto, da cui ammirare la Iglesia de Santa Ana.
Segnatevi altre due cose: a lato del ponte c’è il Mercado de Triana, e poco più avanti c’è il Centro Cerámica Triana con diversi negozi dedicati a quest’arte.

Spettacolo di flamenco
Dopo un giro nei quartieri, vi segnalo queste due esperienze che dovete assolutamente fare. Il primo must è andare a vedere uno spettacolo di flamenco. Il flamenco è l’espressione più pura del folklore andaluso. Nato alla fine del 1700 proprio in Andalusia, è una forma d’arte che unisce danza, musica e poesia. Si dice che le sue origini siano legate all’arrivo dei gitani nel 1400. Siviglia è la capitale del flamenco. Per darvi un’idea, ogni due anni ospita la Bienal del Flamenco. Ma poi ve ne accorgerete anche voi, ci sono tantissimi negozi in cui si vendono vestiti, scarpe, nacchere e via dicendo. Ho chiesto in ostello e mi hanno consigliato di andare al Museo Del Baile Flamenco, e lo spettacolo è stato da pelle d’oca. La location è il cortile del museo, un palazzo antico, in un ambiente intimo.

Il tramonto sul fiume
La seconda esperienza imperdibile a Siviglia è il tramonto sul lungofiume del Guadalquivir. È un vero e proprio paradiso dell’ozio. C’è qualcuno che fa jogging e va in bici sulla pista ciclabile, ma lo sport preferito è sedersi se non proprio sdraiarsi ovunque a chiacchierare, leggere un libro, scrivere. A me bastava guardare l’altro lato della città, con i palazzi colorati di Triana. E fare ovviamente “people watching”. Fate una bella passeggiata baciate dal sole: vi consiglio il pezzo tra Puente de S. Telmo e Puente de Isabel II. Sul lungofiume ci sono anche svariati locali se volete vivervela gozzovigliando.
Ma l’appuntamento fisso come vi dicevo è con il tramonto che scende dietro i tetti, con l’immancabile musicista che suona la chitarra. L’Andalusia è impensabile senza qualcuno che pizzica le corde di una chitarra, facendo vibrare anche voi.

Non solo posti
Una ragazza che ho conosciuto anni fa a Malta mi ha scritto: “Da Siviglia non si vorrebbe mai andar via. A me in aereo al ritorno era scesa addirittura una lacrima di dispiacere la prima volta!”. Ho capito cosa intendeva: in aeroporto sono scoppiata a piangere che non era manco uscito il gate. Erano lacrime di tristezza perché non volevo andarmene, ma anche di felicità perché sono stati giorni bellissimi in cui sono stata proprio bene. Ho fatto il pieno non solo di bellezza, ma anche di luce: vogliamo parlare di cosa vuol dire a febbraio abbandonare il grigiore milanese per pranzare al sole in maglietta? E la gente mi è sembrata solare come la sua terra. Ho macinato milioni di chilometri, e come donna in viaggio da sola mi sono sentita sempre sicura. Certi viaggi non sono solo posti, sono sensazioni. Quello in Andalusia è stato uno dei più belli della vita.

CONSIGLI DI VIAGGIO
Come arrivare
Ho volato con Ryanair diretta da Milano. L’aeroporto dista una decina di chilometri dal centro. Lo si raggiunge col bus ELA (Tussam è la compagnia dei trasporti di Siviglia) che si trova subito fuori dagli arrivi. Se non c’è traffico ci mette una mezz’ora, altrimenti anche un’ora. Io sono scesa al capolinea alla stazione dei bus in Plaza de Armas ( da qui sono anche partita/tornata per/da Granada con la compagnia Alsa). Questa zona è l’unica dove mi hanno detto di stare attenta la notte.
Il biglietto costa 5 euro, 6 euro a/r ma solo in giornata.
Dove dormire
Sono stata all’ostello JOY Setas Coworking e mi sono trovata benissimo. La posizione è fantastica, nel centro del centro di Siviglia. Occupa un intero palazzo in un angolo de Plaza de la Encarnación, quindi anche per tornare la sera la zona è sempre vivace e trafficata. La camerata femminile è perfetta, le altre possono essere rumorose la notte perché danno sulla piazza. In estate si può godere della mega terrazza con una piscinetta. Lo staff è gentilissimo e regna la pulizia.

Dove bere/mangiare
Contate che spesso mangiavo in ostello, ma a Siviglia c’è l’imbarazzo della scelta per tutte le tasche. Io ho benedetto le tapas! Sono piccole porzioni ma fino a un certo punto, perché me ne bastavano un paio per fare un pasto spendendo anche meno di 10 euro. Qui sotto vi segno dei posticini che ho amato.
CENTRO
Bar de Los niños
Indirizzo: Calle Arfe 19, Siviglia
Nel super centro turistico, ho scovato questo tapas bar tipico e genuino in cui ero l’unica NON spagnola sotto i 70 anni.
Café-Bar Los Alcázares
Indirizzo: Calle Alcázares 1, Siviglia
Praticamente in Plaza de la Encarnación, a un minuto a piedi dal mio ostello, ci andavo quando la sera ero stanca morta ma la città era troppo bella per dormire. La temperatura permetteva di stare fuori, ma a me piaceva l’atmosfera all’interno da tipico bar di quartiere. Bevete “vino tinto con casera de limón”, un classico sivigliano.

TRIANA
Alboréa
Indirizzo: Calle San Jacinto 28, Siviglia
Sono tornata ben due volte a mangiare qui perché mi sono innamorata delle “patatas bravas”, della gentilezza e della posizione: perfetta per guardare Siviglia che scorre sulla via dello struscio di Triana.
Taberna la Plazuela
Indirizzo: Plazuela del Santa Ana 1, Siviglia
È dove ho bevuto la birretta nella piazza che vi dicevo, con vista sulla chiesa. Posto freschissimo e rilassante lontano dalla bolgia, almeno di giorno, la sera immagino sia piena di gente.
Bar Santa Ana
Indirizzo: Calle Pureza 82, Siviglia
A pochi metri della Taberna, in una vietta defilata c’è questo bar carinissimo con all’interno degli “azulejos” molto belli.
PS: se volete sentire i miei racconti sivigliani direttamente dal mio vocino, mi trovate sul podcast.

Ciao sono Claudia, giornalista milanese non imbruttita, vivo di viaggi in solitaria, scatto foto compulsivamente e divoro libri