Cosa vedere a Marrakech in 4 giorni: il mio itinerario

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Ho adorato Marrakech: vi racconto cosa vedere in 4 giorni nella medina fra mercati, palazzi grandiosi, quartieri autentici e tramonti da sogno

Finalmente Marrakech! Ricordo ancora l’amarezza per il volo cancellato causa pandemia nel 2020, ma non ci ho mai rinunciato. E quando è arrivato il momento giusto sono partita! Lo scorso febbraio ci ho passato una settimana da sola ed è stato bellissimo. Era la mia prima volta in Africa, un’emozione incredibile. In questo articolo vi consiglio cosa vedere a Marrakech in 4 giorni perché secondo me è la durata minima per godersi questa città stupenda. In questo articolo invece vi do tutte le dritte per girarla da sole in tranquillità. Non è pericolosa, ma è diversa dalle città cui siamo abituate. Pronte per scoprire con me la capitale turistica del Marocco?

Cosa vedere a Marrakech in 4 giorni: io feliciona al Palais de la Bahia
Io feliciona al Palais de la Bahia

Come sempre, un po’ di contesto. Il Marocco è letteralmente alle porte dell’Europa, a poche ore di volo dall’Italia. Si trova nella regione del Maghreb, con cui si intendono i Paesi dell’Africa settentrionale a ovest dell’Egitto, dove vivono popolazioni arabe e berbere. Bagnato dal Mediterraneo e dall’Atlantico, il Marocco è separato dalla Spagna dallo Stretto di Gibilterra. E con una dominazione francese a metà del 1900, ha condiviso col Vecchio Continente molti pezzi di storia.
Marrakech oggi è la città più visitata del Marocco. È nel Centro-Sud del Paese, fra i monti dell’Atlante e il Sahara. Chiamata la “città rossa” per la pietra arenaria con cui è costruita, è stata una delle quattro città imperiali del Marocco. E con una storia millenaria alle spalle, ha moltissimo da raccontare. Vi porto nel suo cuore nevralgico, la medina. È la parte antica delle città islamiche circondata da mura, a cui si accede tramite porte monumentali (“Bab”). Ecco la mappa.

Per i vicoli della medina

I must

Piazza Jemaa el Fna

Questa piazza è indescrivibile a parole, dovete viverla. È all’entrata della medina ed è enorme, ma la sua grandezza va ben oltre lo spazio. È uno dei simboli di Marrakech fin dalla fondazione nell’XI secolo. Per la concentrazione unica di tradizioni culturali popolari marocchine, la Jemaa è Patrimonio orale e immateriale Unesco.
Dall’atmosfera sonnacchiosa del mattino, in cui ci sono solo i rivenditori di spremute di frutta fresca (ne bevevo a litri), è un continuo crescendo con l’arrivo di personaggi di tutti i tipi. Musicisti berberi, acrobati, incantatori di serpenti e ammaestratori di scimmie (l’animalista che è in me ha guardato altrove), danzatrici del ventre, tatuatrici di henné, cantastorie attorno a cui si raduna un pubblico silenzioso e attento. Tutto intorno invece, il delirio puro fra tamburi e strumenti sconosciuti che echeggiavano ovunque. Ed è al calar della sera che raggiunge l’apice di energia, diventando uno spettacolo dell’umanità.

A tutto questo, si unisce il fumo delle bancarelle dove si griglia per cena manco in Puglia a Ferragosto. Vengono allestite nel centro della piazza di giorno in giorno, ce ne è un numero infinito, e preparatevi: a ogni metro vi offriranno le loro specialità. Si tratta di tavolate comuni, e in mostra ci sono teste di pecora cotte, vassoi pieni di lumache, spiedini di ogni sorta. In fondo alla piazza, a fare da sentinella rassicurante c’è il minareto della Moschea Koutoubia. L’appuntamento fisso nella Jemaa è al tramonto sulla terrazza de Le grand balcon du café glacier: prendete un tè alla menta, mettetevi l’anima in pace per la ressa, e godetevi lo spettacolo. Sotto i vostri piedi, una massa di gente cammina in ogni direzione, un circo umano che pare non fermarsi mai. La Jemaa vi apparirà come una Babele vorticosa e travolgente.

I souk nel centro della medina

I souk centrali sono una fetta di cultura locale imperdibile. Parliamo di un labirinto di vicoli pedonali con mercati e infinite botteghe in cui trovate un fiore all’occhiello di Marrakech: l’artigianato sopraffino. Stoffe, argento, ceramica, tappeti, scarpe in pelle… c’è da perderci la testa. I souk sono a nord della Jemaa fino alla scuola islamica, di cui vi parlerò fra poco. Sono divisi per quartiere e professione. Quello dei tintori, con la lana colorata appesa ovunque, è fra i più caratteristici. Questa mappa che ho trovato può esservi utile.
Sappiate che in un simile dedalo di stradine perdersi è una certezza. Restate col flusso di turisti e chiedete ai negozianti per le indicazioni, sono gentili e affidabili. Meglio non fidarsi di chi invece vi vuole accompagnare, ma questo argomento lo rimandiamo al prossimo articolo. E abbiate pazienza, vorranno vendervi di tutto, basta dire no con un bel sorriso, altrimenti contrattate.

Le attrazioni

Palais de la Bahia

Indirizzo: Rue el Bahia
Ecco la prima delle tre attrazioni che ho visitato a Marrakech. Parliamo di un capolavoro architettonico marocchino, in cui dalla seconda metà del 1800 vissero il Gran Visir prima e suo figlio poi. Per realizzare incredibili “zellij” (i mosaici geometrici tradizionali) e raffinatissimi soffitti intarsiati, chiamarono i migliori artigiani locali e andalusi. Il nome “Bahia” significa all’incirca “splendore”, probabilmente in onore della favorita del Gran Visir. Durante la dominazione, la reggia divenne la residenza dei rappresentanti del governo francese. Quando il Marocco nel 1956 proclamò l’indipendenza, passò al sultano per poi diventare museo.
Oltre alle varie, bellissime sale ci sono un harem affacciato su un enorme cortile, dove vivevano le quattro mogli e le 24 concubine, e l’appartamento della favorita. Ma il pezzo forte secondo me è il grande riad, pieno di piante e fiori. Sappiate che c’è un botto di gente, l’orario migliore è verso le 13-14.

Médersa Ben Youssef

Indirizzo: Rue Assouel
Ecco un’altra meraviglia, un incredibile esempio di architettura arabo-andalusa. La Médersa era una scuola islamica costruita nel 1300, un tempo la più grande del Nord Africa, ma ha anche svolto le funzioni di moschea e biblioteca. Al suo interno c’è uno splendido cortile in cui potete ammirare meravigliosi “zellij” e decorazioni in legno di cedro riccamente scolpite. Al centro, un grande bacino per le abluzioni. In netto contrasto con tanta sfarzosità, sul cortile si affacciano alcune delle 130 celle in cui dormivano gli studenti. Sono molto piccole e spartane. Anche qui sappiate che condividerete tanta bellezza con un sacco di turisti. L’orario migliore è nel pomeriggio.
Se volete cogliere due piccioni con una fava, la Médersa è a un passo dal Musée de Marrakech. Espone sia arte moderna che arte tradizionale marocchina, insieme a libri storici, monete e ceramiche delle culture berbere, ebraiche e islamiche del Paese.

Maison de la Photographie

Indirizzo: Rue Ahl Fes, 46 Rue Bin Lafnadek
Anche questa galleria è a pochi minuti a piedi dalla Médersa. Da brava amante della fotografia, era il must del mio viaggio. Occupa un antico “funduq”, un caravanserraglio oggi ristrutturato. Il pezzo forte è la terrazza panoramica del ristorante, perfetta per godersi la vista sui tetti Marrakech. Quando sono andata io purtroppo c’era un tempo orrendo (ebbene sì, a febbraio anche a Marrakech può piovere e far freddo).
Ma torniamo alla nostra Maison. La collezione permanente vuole mostrare la diversità del Marocco, attraverso scatti dal 1860 al 1960 sia di fotografi famosi (ho amato in particolare Nicolas Muller) sia di “semplici” viaggiatori appassionati. Un bel modo per scoprire l’incredibile mix marocchino che unisce cultura araba, berbera ed ebraica, Mediterraneo e Sahara. Non mancano nemmeno antiche foto della medina di Marrakech. La collezione comprende anche cartoline, giornali, carte e documentari. A questo si aggiungono le mostre itineranti, date un occhio al sito.

I quartieri

Bab Doukkala: la medina autentica

Ho adorato questo quartiere a nord-ovest, che prende il nome dalla porta di accesso. I souk centrali, in cui si cammina stipati fra le mandrie di turisti, possono essere estenuanti. Così mi sono spinta verso questa zona dove ho scoperto una medina più genuina: meno gente, più marocchini, più calma. Una volta che avete preso Rue Fatima Zohra vicino alla Moschea Koutoubia, andate dritte fino alla Moschea di Bab Doukkala. Poco più avanti comincia un souk fantastico. C’erano tante persone del quartiere che facevano la spesa nelle botteghe che vendevano carne, pesce frutta e verdura.
All’inizio del souk, sulla destra, c’è una minuscola caffetteria con una manciata di tavolini, Houmti Café. Mi sono seduta, ho ordinato un immancabile tè alla menta e ho fatto people watching, un ricordo che porto nel cuore. Poco prima ci sono diversi ristorantini, compreso Zaman Food: godetevi la vista sul quartiere dalla incantevole terrazza.

La Kasbah: la cittadella fortificata

Come vi ho detto, la medina è circondata da mura, e la Kasbah è una cittadella fortificata nella città fortificata! È una delle zone più antiche, infatti ci sono attrazioni come le rovine del Palais el Badi, il Palais Royal, la Moschea della Kasbah e le Tombe Saadiane (la necropoli reale del 1500).
Siamo nella parte Sud della medina. Prendete come punto di riferimento Place de Ferblantiers, e da lì sulla destra (dando le spalle al centro della città) vedrete una strada con negozi e botteghe. Prendetela e vi porterà all’ingresso del quartiere. Mi sono infilata in souk veramente ruspanti dove ero l’unica occidentale! Di fianco alla moschea ci sono invece meravigliosi vicoli solitari e silenziosi in cui torni indietro nei secoli. Ma da sola non me la sono sentita di addentrarmi troppo, probabilmente nemmeno in compagnia lo farei, perché come vi ho detto perdersi è una certezza.

Il Mellah: il quartiere ebraico

Di fianco alla Kasbah c’è un altro quartiere antico, quello ebraico, nato a metà del 1500. Il primo insediamento risale al 1300, ma la maggior parte degli ebrei arrivò dopo il 1492, quando i re cattolici li espulsero dalla Spagna. Ci sono due attrazioni. La prima è la Sinagoga Lazama, in una piazzetta a cui si arriva da una stradina minuscola. E poi il cimitero ebraico di Miaara, 52 ettari di tombe bianche di epoche differenti. Una suggestiva testimonianza della lunga storia della comunità giudea di Marrakech.
Il Mellah è poco visitato, e l’ho trovato piuttosto degradato e con vicoli solitari e malandati. Per raggiungere il cimitero però sono incappata in un souk improvvisato e molto verace su Rue Miaara, con frutta e verdura venduta sui banchi e i tappeti stesi a terra. Proseguendo lungo quelle strada nel senso opposto al cimitero, c’è invece un souk come si deve.

Cyber Park: un’oasi verde

Ogni tanto serve una pausa dal trambusto della medina. Non solo per il viavai di turisti, ma per la polvere e lo smog. Gli scooter infatti sfrecciano in ogni dove, anche nei vicoli minuscoli pieni di gente, mentre le arterie stradali sono un delirio di traffico. Per questo ho amato questo parco, un’oasi di pace in cui rilassarsi all’ombra degli alberi. Il caos di auto e motorini era un lontano ricordo. Anche dietro la moschea c’è un giardino se avete bisogno di uno stop.
E tanto che ci siete, di fronte a Cyber Park c’è un bel complesso in cui potete darvi allo shopping in tutta calma, cosa incredibile per Marrakech. È l’Ensemble Artisinal in Avenue Mohammed V. Ci sono svariati negozi e laboratori sparsi nei cortili, che vendono artigianato di tutti i tipi. E c’è anche un ristorantino molto semplice in cui mangiare in tranquillità, Snack Anosfa.

Esperienza da non perdere

Hammam Mouassine

Indirizzo: Rue Sidi el Yamani
Il hammam è una sorta di bagno di vapore, eredità della presenza romana nel Nord Africa. È un rituale settimanale molto sentito in Marocco, per purificarsi prima della preghiera del venerdì. A Marrakech ci sono vari hammam sia pubblici che privati. Il rischio però è di finire in una spa per turisti. Io invece volevo un’autentica esperienza marocchina. E l’ho trovata, tanto che è uno dei ricordi più belli del viaggio. Ho scelto l’Hammam Mouassine nel cuore della medina, perché è pubblico ed è il più antico della città, risale al 1562.
Vi spiego come funziona, sappiate però che non è un posto per schizzinose, è pulito ma spartano. Il hammam è diviso in femminile e maschile. Ho pagato 150 dirham (circa 15 euro al cambio attuale). Portate con voi solo il bikini, al resto pensano loro con un asciugamano, ciabatte e un kit monouso con lozioni, shampoo e spugna. Le vostre cose potete chiuderle in un armadietto.
In uno stanzone pieno di vapore, mi aspettava una donnina minuscola dagli occhi dolci. Ci siamo intese a gesti, e per 45 minuti mi sono affidata a lei. Mi ha lavato, scrubbato e sciacquato con forza come fossi una bimba. Mi ha letteralmente purificata, dentro e fuori, un’esperienza quasi mistica. La mia espressione qui sotto dice tutto.

CONSIGLI DI VIAGGIO

Come arrivare

Ho voltato con Ryanair diretta da Milano. C’è un unico aeroporto internazionale, quello di Marrakech-Menara, a pochissimi chilometri dal centro. L’autobus 19 (alsa.ma) parte di fronte all’aeroporto, e se non c’è traffico in 15 minuti vi lascia in Place De Foucauld, a un passo da piazza Jemaa el Fna (verso l’aeroporto invece ci mette almeno il doppio del tempo perché fa molte più fermate). Il biglietto costa 30 dirham e lo vende il conducente, ma potete anche pagare con 3 euro. Vale per il ritorno se ripartite entro due settimane dalla convalida.
Per l’ingresso in Marocco ho stampato e compilare il modulo sanitario che ritirano all’arrivo in aeroporto, ma fate sempre i dovuti controlli perché le regole cambiano (si spera in meglio!).
Quando ripartirete, ricordate che anche se NON dovete stivare i bagagli, il check in al desk è obbligatorio, quindi arrivate in aeroporto con almeno 2 ore di anticipo.

Dove dormire

Stork Marrakech hostel

Indirizzo: 113 Rue Berrima, Toualat Bellarj
Mi sono trovata benissimo in questo ostello. La camerata da 6 (c’è anche l’opzione camera privata) costava 24 euro a notte ma ho pagato la metà, Dio benedica la bassa stagione! Lo staff è ultra gentile, gli spazi sono super puliti, i letti comodissimi e ha un’ottima posizione nella medina. È di fronte al Palais el Badi e a 10 minuti a piedi dalla Jemaa. Ma soprattutto, non è disperso nel labirinto dei vicoli ma su una strada grande e carrabile (in caso arriviate di notte, il taxi può lasciarvi direttamente davanti all’ostello). L’uso della cucina era a pagamento.

Dove mangiare/bere

Marrakech è economica in tutto, sia per dormire che per mangiare. Sono stata in locali molto semplici e genuini, che servivano specialità marocchine (per me in versione vegetariana): il couscous, la “tajine” (che prende il nome dal tradizionale piatto di terracotta con un coperchio a forma di cono in cui si stufano i vari alimenti), la zuppa berbera coi legumi e omlette di tutti i tipi. Per colazione cercavo posti molto “local” dove mangiare il “msemen”, una sorta di crepes tipica marocchina, deliziosa! Il tutto annaffiato da spremute fresche d’arancia che vendono ovunque.
Spesso i locali non sono geolocalizzabili, non hanno indirizzi e siti web. Ecco comunque una lista. E ricordate: hanno quasi tutti una o più terrazze, salite i gradini e sarete in paradiso!

Le grand balcon du café glacier
Indirizzo:
nella piazza Jemaa el Fna
La sua enorme terrazza ha la vista più bella sulla Jemaa.

Nomad Paradise Garden
Indirizzo:
45 Rue Biadine – souk centrali
Una vera e propria oasi all’inizio dei souk centrali, un cortile con tanto di piante, oche e galline a zonzo.

Fnaque Berbère Cafè Littéraire
Indirizzo:
Derb Ksour – souk centrali
È stata la prima libreria di Marrakech, oggi è un bar/ristorante con una terrazzina minuscola che è sul mio desktop del cellulare.

Falafel Restaurant Cafe
Indirizzo:
di fronte al Kafe Merstan, 2 Rue Souk Chaaria – souk centrali
Ottima posizione, a un passo dal Musée de Marrakech, e in effetti i falafel meritano!

Snack Anosfa
Indirizzo:
nell’Ensemble Artisinal, Avenue Mohammed V
Ristorante piccolo e genuino, con tavolini nel centro del complesso.

Houmti Café
Indirizzo:
257 Rue Bab Doukkala
Caffetteria minuscola perfetta per guardare la gente che passa nel souk.

Zaman Food
Indirizzo:
80 Rue Fatima Zahra – Bab Doukkala
Ristorantino minuscolo con una terrazza incantevole, molto rilassante.

Altre attrazioni

Dar Si Said
Indirizzo:
8 Rue de la Bahia
Vicino al Palais de la Bahia, è una splendida dimora costruita alla fine del 1800 da una ricca famiglia. Negli anni ha cambiato funzione, accogliendo botteghe e una scuola elementare. Oggi è un museo che celebra la cultura e la storia di Marrakech.

Jardin Majorelle
Indirizzo:
Rue Yves Saint Laurent
Nella la Ville Nouvelle, la Marrakech moderna fuori dalla medina, c’è questa oasi di 9.000 metri quadri con piante provenienti da mezzo mondo. Creata a partire dagli anni Venti dal pittore francese Jacques Majorelle attorno alla sua villa, è stata acquista nel 1980 da Pierre Bergé e Yves Saint Laurent. Oggi ospita anche il Musée Pierre Bergé des arts berbères, non incluso nel biglietto. Non ho visitato il Jardin per una questione di principio: costa uno sproposito rispetto ai musei di Marrakech (150 dirham contro 50/70), e si può pagare solo online (non avendo una sim marocchina, non mi fidavo a condividere i dati della carta di credito sul Wifi). Prenotate per tempo.

CONSIGLI LETTERARI

“Il cantastorie di Marrakech” di Joydeep Roy-Bhattacharya
Cercavo autori marocchini, ma in Italia ne hanno tradotti pochi purtroppo. Questo scrittore è indiano, però è bravissimo a ricreare l’atmosfera della Jemaa, la vera protagonista del romanzo. La storia ruota intorno alla sparizione di due turisti. Ci sono molti termini marocchini, perfetti per capire usi e costumi locali.

“La terrazza proibita” di Fatema Mernissi
Autobiografia super interessante e scritta molto bene, in cui l’autrice racconta la sua infanzia nell’harem di famiglia a Fez. Siamo negli anni ’40, un momento di passaggio dal Marocco tradizionale a quello moderno. Le donne vogliono la loro libertà, senza harem e senza velo. È un ottimo libro per avvicinarsi alla cultura marocchina, visto che l’autrice era anche una sociologa.

17 commenti Aggiungi il tuo

  1. Luca ha detto:

    tutto molto interessante prenderò spunto
    grazie
    Luca

    1. Ne sono contenta Luca!
      Buon viaggio, sempre e ovunque 🙂

  2. Stray Doggie ha detto:

    Salamu aaleykum! Sono stata a Marrakech quattro volte, l’ultima volta da sola, ne sono innamorata alla follia., come del resto di altre località del Marocco. Il tuo reportage è molto carino, condivido davvero molto di ciò che hai scritto. E anche io ho foto intitolate “Io feliciona a…”, letteralmente proprio con quell’identico aggettivone-titolo. L’ultima foto di me feliciona è stata scattata in un’oasi del sud del Marocco vicino a Taroudant 😊
    Se cerchi una compare di felicionate a zonzo per il Marocco… Pronta, io ci sono 😁
    Bslama!!!

    1. Ahahah “compare di felicionate” è fantastica! Spero sì un giorno di incontrarti in giro per il Marocco. Mi piacerebbe fare un giro per le città imperiali. E ho un debole per Tangeri, dopo aver visto una puntata di Anthony Bourdain, te la consiglio. Ho respirato tutto il fascino misterioso di questa città in cui la gente vive una seconda vita. E poi Chefchaouen… deve essere una meraviglia!

  3. Stray Doggie ha detto:

    OOps,… Il tuo blog è per viaggiare da sole, non puoi avere una compare di felicionate, sorry, al momento non ci ho pensato
    Si, Tangeri, affascinante per la sua storia di città rinnegata dal Regno, ma forse un po’ troppo “europea”. Chefchaouen sarebbe anche una mia meta, se non fosse piena di instagrammers a farsi selfie fra i muri blu… Dieci anni fa dev’essere stata un sogno, ora forse è un incubo 🙂
    Io amo il sud, vorrei fare Ouarzazate, Skoura e tutta la valle delle mille kasbah, vedere Kelaat M’Gouna piena di rose damascene, les gorges du Dadés, poi les gorges du Todra, Tinghir, scendere a Zagora e camminare sulle morbide dune di M’hamid El Ghizlane, poi la valle del Draa, arrivare al mare, Mirleft, Legzira, e giù fino a Dakhla. Il blu del cielo, l’ocra delle montagne, delle kasbah e degli ksour, il verde delle oasi, la maestuosità delle palme con i loro dolci frutti. Che sogno.
    Comunque, anche Fès vale il viaggio. Per il momento, sospiro di nostalgia…

    1. Sì è un blog per viaggiatrici in solitaria, ma questo non vieta di trovarsi in giro da qualche parte e bere un ottimo tè alla menta fumante 😉 Comunque complimenti, hai un master in viaggi marocchini, sai tutto! Mi dai mille spunti, grazie!

  4. Stray Doggie ha detto:

    Di nulla!
    Leggerò anche altro nel tuo blog, mi piace come scrivi! Buoni viaggi!!! 😊

    1. Grazie mille per il complimento 🙂 Buoni viaggi anche a te, sempre e ovunque!

  5. Stray Doggie ha detto:

    Dimenticavo… Mi pare di avere letto da qualche parte che ti piace il jazz: ascolta, se non la conosci già, Oum. Si tratta di un’artista marocchina con una bellissima voce. L’album si chiama Lik, in particolare c’è su You Tube il pezzo Lik che dà titolo all’album in versione acustica (al Le Cargo in Francia) che è bellissimo, cercalo! Bello comunque tutto l’album, mi ha accompagnato allietando le mie orecchie assai assai nel mio ultimo viaggio marocchino. E da sapere, se non lo sapevi di già, che a Tangeri a settembre c’è il Tanger Jazz Festival, con live anche gratuiti nelle piazzette oltre che in diverse sale (a pagamento). Ariciao!! 😊🌴☀️

  6. Stray Doggie ha detto:

    Nonono l’album di chiama Soul of Morocco, Sorry! Mi ricordavo che il nome fosse Lik, title track, ma mi sbagliavo
    Eh beh, del resto è stato strausato con le orecchie, non con gli occhi 🤣 facile quindi fare confusione!

    1. Sei una fonte inesauribile di maroccamento 😀 Grazie per la dritta, ho ascoltato un paio di canzoni e mi piace! Sì adoro il jazz, combo perfetta quindi. Come cantante marocchina conosco (e amo) solo Hindi Zahra. Per ricambiare, ti consiglio il film “Solo gli amanti sopravvivono” di Jarmusch, molto particolare, io lo adoro. Nel film a un certo punto vanno a Tangeri <3. E fra l'altro c'è una scena in cui appare un'altra cantante bravissima, non è marocchina, è libanese ma pelle d'oca.

  7. Stray Doggie ha detto:

    Ahah e ho marocchizzato pure mezza casa… Alzo gli occhi, lampada marocca, giro a destra tappeto, profumo di fiori d’arancio sul cuscino, sapone nero beldi in bagno e terrazza infestata di piante di menta 🤣🤣🤣
    Grazie per la drittona del film! Lo cercherò di sicuro! Ciaoooo!!!

    1. Ciao cara, perdonami mi ero persa l’ultimo commento. Ognuno ha un Paese che fa battere il cuore più di tutti, il tuo sappiamo qual è 😉 Tanti viaggi!

  8. Stray Doggie ha detto:

    Anche il Messico está dentro de mi corazón però eh 😊
    Tanti viaggi anche a te!!! ✌️

    1. Lì non sono mai stata (ancora)! Mi sa che potremmo andare avanti a messaggiarci per una vita 😀

      1. Stray Doggie ha detto:

        Probabilmente abbiamo diverse cose in comune, leggendo quanto scrivi lo evinco abbastanza facilmente 😊
        Se hai in programma un “salto” in Messico chiedi pure, non per tutto il Paese ma per Chiapas, Tabasco, Yucatàn e Quintana Roo posso dare qualche dritta carina
        Stavo per acquistare un ticket per un volo stasera, per questo mi sei tornata in mente
        Il ditino però si è fermato: ho tre animali, i miei compagni di vita pelosi, e non me la sento di accollarli di nuovo alla mia mammotta, che me li cura ottimamente ma questo non è il periodo giusto, devo attendere un po’ oppure trovare un dog walker stra-stra-stra affidabile per il mio dog vecchietto (e malaticcio pure lui)
        Avrei un gran bisogno di staccare un po’… Sarà per più avanti! Nel frattempo, mi leggerò altri tuoi articoli per viaggiare con l’immaginazione 😊

        1. Dovessi pensare al Messico, sicuramente ti scrivo!
          Per il resto, arriverà il momento giusto per partire. Ti capisco, in famiglia abbiamo sempre avuto cani, sono dei piccoli bambini pelosi e vanno trattati con la massima cura.
          Troverai la persona giusta per il tuo vecchino 🙂

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