Altro continente, altra cultura: ecco i miei consigli su cosa NON fare a Marrakech per godervela al massimo senza problemi, come ho fatto io
Quando chiedevo ad altre viaggiatrici “è pericoloso visitare Marrakech da sola?” qualcuna mi ha risposto di sì. Il senso del pericolo non è uguale per tutte, e io ho deciso di seguire il mio istinto, perché sentivo di poterlo fare. E avevo ragione. Ho passato a Marrakech una settimana, e non mi sono sentita in pericolo. Detto questo, è una città diversa da quelle cui siamo abituate, in un altro continente, con una cultura e una religione differenti. Oltre al sano buonsenso che bisogna avere in qualsiasi città del mondo, serve qualche accortezza in più per godersi Marrakech in tutto il suo splendore. Pronte per andare a spasso con me per la medina?
Prima volta in Africa?
Per me era la prima volta, e l’impatto è stato forte. Non uno shock culturale, ma ci ho messo un paio di giorni a metabolizzare la massa di bellissime emozioni. Marrakech è un’Africa all’acqua di rose rispetto ad altri Paesi, ma per me era tutto nuovo. È stata un’esperienza potente trovarmi di fronte a quella bomba di colori, odori, suoni, a quei visi così intensi. Uomini con la”djellaba”, la tradizionale tunica con maniche e cappuccio, donne col velo, il richiamo del muezzin alla preghiera, carretti trainati dagli asini, il profumo perenne dell’incenso. E lo spettacolo umano della piazza Jemaa el Fna. Marrakech sembra una città medievale declinata al XXI secolo. Sono stata in altri Paesi musulmani, ma qui sembrava tutto all’ennesima potenza. E dopo avervi spiegato per bene cosa vedere a Marrakech in questo articolo, ora vi do un po’ di consigli su cosa NON fare per godervela appieno.
Non perdetevi nei vicoli
L’unico vero pericolo a Marrakech sono i vicoli della medina, la parte antica delle città islamiche. Formano un labirinto inestricabile di stradine e via senza uscita. Fuori dai percorsi turistici, diventano sempre più solitari e perdersi è un attimo. Tranne le arterie trafficate (e spesso manco lì) i nomi delle strade non esistono. La mappa di carta per me è sempre il modo migliore per orientarsi. Un giorno ho conosciuto Habib, un signore gentilissimo che vendeva tappeti. Parlava italiano perché la moglie era modenese. Mi ha detto: “Non girare per i vicoli la sera tardi, sono pericolosi anche per noi”. E poi mi ha dato il suo numero di telefono “in caso di bisogno”. Ospitalità marocchina molto apprezzata.
Non fatevi accompagnare
Nei souk centrali, stradine minuscole dove si tengono i mercati più turistici, mi sentivo perennemente persa, ho dovuto farci pace. A volte le mappe offline funzionano (io uso Maps.me), per capire almeno la direzione verso la piazza Jemaa el Fna. Ho sempre chiesto indicazioni ai negozianti, sono gentili e affidabili. Se invece qualcuno si offre di accompagnarvi, ditegli di no. Nella mia ingenuità ho accettato un paio di volte e mi è andata bene, sono finita nella bottega di amici e parenti lì vicino. Altre volte ho girato i tacchi perché il labirinto si infittiva e c’era sempre meno gente. Purtroppo ho sentito diverse storie di turisti rapinati. Mettiamola così: seguireste uno sconosciuto nei Carrugi di Genova? Anche no.
Non scegliete hotel dispersi
Per questa ragione, per dormire vi consiglio di scegliere una struttura facile da raggiungere. Spesso infatti è così complicato che gli hotel mandano gli inservienti a prendere gli ospiti nel punto in cui li lascia il taxi, per poi accompagnarli a piedi. Io invece voglio potermi muovere in tranquillità senza paura di perdermi. Anche perché un conto è di giorno con le botteghe aperte, ma col buio non deve essere piacevole.
Parlando in giro, mi hanno detto di evitare la parte Nord della medina. Diciamo dalla Maison de la Photographie in su. Non ci sono attrazioni e quindi non ci sono turisti, ergo la zona è decisamene meno vissuta e meno sicura per viaggiatrici senza bussola come noi.
Non innervositevi coi venditori
Ve lo dico perché fra le ragioni per cui mi sconsigliavano di andare a Marrakech da sola, c’era l’insistenza dei venditori. Tenete conto che nelle botteghe e i negozi lavorano solo uomini. Onestamente ho trovato molta più insistenza in Paesi asiatici come Vietnam e Singapore. Detto questo, è vero, cercavano sempre di vendermi qualcosa, ma rispondevo un “no” deciso accompagnato da un bel sorriso amichevole, e mi lasciano subito in pace. Anzi, spesso cominciava una tranquilla chiacchierata, mi chiedevano da dove venissi e se era la prima volta a Marrakech. Saltava fuori spesso che avevano parenti in Italia o mogli italiane. Insomma è una parte della loro cultura, vivetela in leggerezza senza prenderli (e prendervi) troppo sul serio.
Non dite che viaggiate da sole
Lo faccio quando mi si drizzano le antenne. Se chiacchiero con uomini del posto e mi chiedono se viaggio da sola, dico che faccio un giro mentre mio marito è in albergo a riposare. Stessa cosa, quando avevo seguito qualcuno per i vicoli e volevo tornare sui miei passi, dicevo che mi stavo allontanando troppo dai miei amici rimasti al ristorante per bere il caffè.
Io parlo anche con le piante e ho chiacchierato con tanti uomini. Non sono mai stata molestata, ma se erano troppo curiosi mettevo i paletti. A volte per strada capitava fischiassero, un po’ come in Italia. Questo non per dire che sia piacevole, anzi, ma che non è niente di nuovo rispetto a quello cui siamo abituate, purtroppo.
Non tenete lo zaino sulla schiena
Nella mia Milano quando vado a mercato, sposto sempre lo zaino sulla pancia altrimenti c’è il rischio mi sparisca il portafogli. Nei vicoli stipati di gente dei souk centrali non l’ho fatto, perché ero nel mood wow “sono a Marrakech è fantastico!!!”. Sì era fantastico, ma tutto il mondo è Paese. Approfittando della calca, mi hanno aperto la tasca dello zaino e rubato gli occhiali. È stata l’unica nota dolente del viaggio, non fate il mio errore. Per sicurezza comunque lasciavo una delle due carte di credito e il passaporto in ostello. Tenete presente infatti che certi vicoli sono davvero minuscoli e traboccanti di turisti. A questo si aggiungono scooter che sfrecciano ovunque, biciclette e carretti. A proposito, tenete sempre la destra così il “traffico” si snellisce subito.
Non fate foto senza permesso
Mi è successo solo a Marrakech: hanno un vero e proprio astio per le fotografie. Capisco se sono molto vicina e ti senti il soggetto della mia foto, ma se sono lontana e mi interessa lo scorcio in sé, mi pare una mania di persecuzione. Un ragazzo che stava almeno a dieci metri da me se l’è presa a morte e mi ha chiesto di cancellare le foto. Le donne quando mi vedevano arrivare con la macchina al collo, spesso si coprivano completamente il viso col velo o mi dicevano “No photo”. Lo rispettavo, ma che sofferenza non poter immortalare certi souk super veraci dove ero l’unica occidentale! Quando però ho chiesto ad alcuni uomini il permesso di fare una foto, mi hanno sempre detto di sì.
Non scoprite braccia e gambe
Questo è il mio punto di vista: quando visito un Paese, sono io a dovermi adeguare. Se a Marrakech braccia e gambe scoperte delle donne non sono bene accette, me le copro. Poi dipende dove vai, certi quartieri sono più conservatori, in altri sono le stesse marocchine a vestirsi all’occidentale. Cerco sempre di capire se quello che faccio può urtare la sensibilità. In ostello il manager mi ha spiegato che per loro in realtà è il contrario: con le straniere chiudono un occhio perché sanno che la cultura è diversa, mentre tollerano molto meno quando sono le donne musulmane a non rispettare la tradizione. Non so dirvi se fosse il suo approccio o un atteggiamento generale. Io per non sbagliare, presto sempre attenzione.
Non rimanete senza contanti
Marrakech è una città cash. Scusate la combo tremenda ma è la verità. In negozi chic o in ristoranti gourmet probabilmente accettano la carta, ma dove andavo io ho pagato in contanti. Anche per le attrazioni, a parte la Maison del la Photographie e i Jardin Majorelle (dove non sono stata) era possibile pagare solo in cash. Gli alberghi suppongo accettino tutti i tipi di pagamento, ma nel mio ostello ad esempio mi hanno chiesto una maggiorazione del 5%. Quindi evitate di restare con pochi contanti se volete fare shopping e mangiare in giro in tranquillità, soprattutto nella medina nel weekend. Mi hanno detto infatti che gli sportelli bancomat possono persino svuotarsi.
Non vi resta che godervi Marrakech
E dopo tutti questi “NON fate” ecco la cosa più importante che invece dovete fare: godetevi questa stupenda città. Tutti i consigli che vi ho dato non devono spaventarvi, sono semplici accortezze che ho adottato io, e che mi hanno fatto vivere un’esperienza marocchina davvero memorabile. Non abbiate paura delle persone, state solo attente come in qualsiasi città. Ho incontrato persone sorridenti e con un grande spirito di accoglienza. Ho perso il numero dei “Welcome to Marrakech” che mi hanno detto. Quando ho chiesto indicazioni mi hanno sempre aiutato, impegnandosi con tanto di cartina alla mano. Meno si viaggia, più si ha paura dell’altro. Invece è così bello vedere quanto sa essere gentile la gente.
Ciao sono Claudia, giornalista milanese non imbruttita, vivo di viaggi in solitaria, scatto foto compulsivamente e divoro libri
E molto interessante mi piace molto il suo articolo. Dicono he marrakech e citta stupenda ho soltanto paura di essere rapinata o magari qualche incidente con lo scotter. Grazie mille x i consigli.
Grazie mille per il complimento 🙂 Secondo me a Marrakech servono le accortezze che si hanno in qualsiasi altra città, e un occhio in più quando si visitano i vicoletti della Medina, a cui noi qui in Europa non siamo abituati. Per il resto, vai e goditela 🙂