Visitare Valencia in 3 giorni: tutto quello che non vi dovete perdere

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Valencia è stupenda e piena di attrazioni: venite con me così vi racconto cosa visitare in 3 giorni, dal quartiere dei pescatori alla città futuristica

Valencia mi ha stregata. L’ho sempre snobbata preferendole altre mete spagnole più gettonate come Madrid e Barcellona. Sta di fatto che per il mio primo viaggio all’estero dopo 26 mesi pandemici, sono andata proprio a Valencia, e non avrei potuto fare scelta migliore. È una città stupenda a misura d’uomo, piena zeppa di cose da vedere, ha mille facce e un’atmosfera vivacissima. Mi ha stupita sotto tanti punti di vista, e per chi viaggia da sola è perfetta. Pronte per un tour valenciano come si deve?

Una casetta con gli azulejos nel quartiere dei pescatori
Nell’ex villaggio dei pescatori

Come sempre, una breve introduzione. Valencia si trova nella omonima Comunità sulla costa della Spagna centrale, bagnata dal Mediterraneo e vicino alla foce del fiume Túria (ecco la mappa). La sua posizione nei secoli le ha donato uno splendido mix culturale: fondata 2.000 anni fa dai Romani, ha influenze musulmane e visigote. E se vi dicono che è piccola, non credeteci! È la terza città del Paese per dimensione, e conta circa 800.000 abitanti. In tre giorni pieni sono riuscita solo a vedere le cose più importanti. Per questo vi do una mano con un itinerario basato sui miei giretti per i quartieri.
Ora preparatevi a visitare una città piena di vita e tremendamente bella. La sensazione che ho avuto è che si impegni per “farsi godere” al massimo da abitanti e turisti. Non a caso, come vedrete, molte attrazioni sono gratuite.

Visitare Valencia in 3 giorni: il cortile interno della Lonja de la seda
Il cortile nella Lonja de la Seda

Cosa mi ha sorpreso di Valencia

Ultima cosa prima di iniziare il tour valenciano. Prima di tutto, è una città molto verde. Oltre a viali alberati, giardini e parchi è attraversata dal serpentino Jardín del Túria. È progettato sul vecchio corso del fiume Túria, spostato dopo inondazioni devastanti. Invece di fare un raccordo anulare, hanno creato questo polmone verde lungo 9 chilometri attraversato da 18 ponti. I valenciani se lo godono correndo, andando in bici, ritrovandosi per fare yoga e altre mille cose. O anche solo per leggere, sdraiarsi al sole o fare un picnic. Seconda cosa, Valencia ha piste ciclabili praticamente ovunque, ed essendo pianeggiante è una figata. Altra bellissima sorpresa: ha un’architettura molto varia, passa dalle casette con gli “azulejos” tradizionali (le piastrelle in ceramica dipinte) ai mercati modernisti. Ultima cosa, è incredibilmente pulita.

Il Jardín del Turia visto dalla strada
Il Jardín del Túria

Il centro storico

Nonostante i molti turisti, mi ha fatto venire gli occhi a cuore. Visitare la città vecchia richiede almeno una giornata. A delineare la sua forma tondeggiante erano le antiche mura difensive ormai scomparse.
Cominciate la visita dal Mercado Central, che dà il meglio di sé la mattina (chiude alle 15). È una perla di architettura modernista che vi lascerà a bocca aperta. Ma oltre a deliziare la vista, delizia ovviamente anche il palato. È una vera e propria cattedrale del cibo di oltre 8.000 metri quadrati con centinaia di bancarelle. Fortunatamente non ci sono solo turisti ma anche tanti valenciani col carrello della spesa. È infatti un tripudio di prodotti freschi con quintali di olive, arance e frutta secca, prosciutti appesi (le macellerie vendono anche fette sottovuoto e panini già fatti), pesce e lumache. Nelle “pastelerias” invece potete gustare dolciumi vari e le “empanadillas” (una sorta di panzerotti).

Visitare Valencia in 3 giorni: il Mercado Central
Il Mercado Central

A un passo dal Mercado Central c’è la Lonja de la Seda (Borsa della Seta), Patrimonio Unesco a ingresso libero. È uno degli edifici più caratteristici di Valencia, oltre a essere un esempio preziosissimo del gotico civile. È stato costruito alla fine del 1400 per il commercio della seta e altri scambi commerciali. Si può visitare in toto tranne la torre. La Sala delle contrattazioni con le sue volte a crociera e le imponenti colonne alte 17 metri è di incredibile bellezza. Anche la Sala dorata col soffitto in legno intarsiato lascia a bocca aperta.
Altra tappa che merita ma che purtroppo mi sono persa sono i Baños del Almirante (Calle de los Baños del Almirante 35), un vero e proprio hammam islamico del 1300. È rimasto in funzione fino al 1959, e poi ristrutturato negli anni ’80. Anche qui l’ingresso è gratuito.

Le altissime colonne nella Sala della contrattazione della Lonja de la seda
All’interno della Lonja

Ma i veri cuori pulsanti di Valencia sono Plaza del la Reina e Plaza de la Virgen, la foto cartolina per eccellenza di Valencia. È qui infatti che si affaccia la Cattedrale. Costruita su un antico tempio romano convertito in moschea, è ora in stile prettamente gotico. Al suo interno custodisce niente po’ po’ di meno che il Sacro Graal. L’ingresso costa 8 euro, e include anche il Museo della Cattedrale con quadri di Goya e altri artisti. Io non l’ho visitata, me la tengo per la prossima volta.
In Plaza de la Virgen, di fronte a un delizioso giardinetto c’è anche il Palau de la Generalitat, sede del governo della regione di Valencia. Da qui vi porto in un angolo stupendo del centro storico, una delle cose che ho amato di più in tutto il viaggio.

Visitare Valencia in 3 giorni: la Cattedrale
La Cattedrale

Il Barrio del Carmen

Da Plaza de la Virgen, prendete Calle Caballeros, la via più antica di Valencia, e per magia i turisti spariscono. Vi troverete in una zona silenziosa e tranquilla con un labirinto di vicoletti belli ruspanti. Questo “barrio” (in spagnolo significa “quartiere”) è nell’angolo nord-ovest della città vecchia, ed è imperdibile. Qui ci sono anche i due baluardi difensivi, le torri di Serranos e di Quart. Ma oltre ad avere una storia millenaria, il quartiere ha un fascino bohémien con tanto di murales.
Plaza del Carmen è deliziosa. Qui c’è anche un ristorante che mi hanno consigliato, Yuso. Poco più avanti trovate il Café Museu nella omonima via, dove ho riposato le membra a pranzo. Nella stessa via c’è il Centro del Carmen Cultura Contemporanía, un ex monastero che ora ospita mostre temporanee. L’accesso è gratuito, andate anche solo per vedere il chiostro!

Una piazzetta nel Barrio del Carmen

Perle di architettura modernista

Subito sotto il centro storico ci sono due chicche imperdibili. Il Mercado de Colón, dichiarato Monumento Nazionale, è una delle opere più rappresentative del modernismo valenciano, con decorazioni in ceramica e la cancellata in ferro battuto. È uno spazio aperto progettato agli inizi del 1900 come mercato per l’alta borghesia che viveva in quella zona, l’Ensanche. Oggi è molto meno caratteristico, è di base un centro commerciale fighetto senza bancarelle, che però merita una visita.
Altro tesoro modernista è la Estación del Norte, una stazione ferroviaria del 1917. Ha un’adorabile biglietteria in legno, e una meravigliosa sala alla vostra destra con dipinti in ceramica. Da vedere lì vicino (nel centro storico) c’è Plaza del Ayuntamiento dove si trova il Municipio in stile neoclassico (al suo interno c’è il Museo Histórico Municipal) e la Filmoteca (film d’essai in lingua originale a 2,50 euro, perfetti quando piove).

Visitare Valencia in 3 giorni: la sala coi dipinti in ceramica nella Estación del Norte
La sala nella Estación del Norte

I quartieri di Ruzafa e Canovas

A sud del centro storico ci sono anche i miei quartieri preferiti, meno turistici e più valenciani. Ruzafa è il “barrio” più trendy e multiculturale della città. Si concentra nell’area fra Calle Filipínas e Calle Avenida Reino del Valencia. Ci sono negozietti carinissimi (curiosate da Kowalski) ma anche il brutalissimo Mercado de Ruzafa degli anni ’50. E soprattutto ci molti ristoranti, caffetterie e locali che la sera riempiono le strade di gente. Io sono stata al Mare Meua, ideale per le “tapas” (piccole porzioni di specialità locali) e al Jardín Urbano per un bicchiere di vino. Entrambi meritano sia all’interno che ai tavolini fuori.
A fianco del Ruzafa c’è il quartiere di Canovas, che si estende fino al Jardín del Túria. È un reticolo di eleganti vie alberate con locali e ristoranti. Lo definirei l’Upper East side di Valencia. Calle Conde Altea è la mia strada del cuore.

Il Mercado de Ruzafa
Il Mercado de Ruzafa

La Ciudad de las Artes y las Ciencias

Fate una passeggiata lungo il Jardín del Túria e raggiungete questa città futuristica. Si tratta di un complesso di edifici diventati un po’ il simbolo della città. Il tutto è opera dell’architetto valenciano Santiago Calatrava. Il complesso comprende: l’Hemisfèric, un cinema digitale 3D; il Museo de las Ciencias; l’Oceanogràfic, l’acquario più grande d’Europa (per inciso, detesto qualsiasi forma di sfruttamento degli animali); il Palau de les Arts Reina Sofía (l’opera house); l’Ágora, uno spazio dedicato a eventi vari; l’Umbracle, un giardino di oltre 17.000 metri quadri (l’unico a ingresso libero).
Il tutto è costato una sassata ai valenciani, e ci sono stati molti problemi strutturali. Detto questo, dal punto di vista privilegiato di viaggiatrice è un progetto stupendo. Potete poi rilassarvi nel Jardín molto ben tenuto, con un sacco di piante e di verde, e con vasche infinite piene d’acqua.

Visitare Valencia in 3 giorni: la Ciudad de las Artes y las Ciencias

Cabañal, il villaggio di pescatori

Qui ho forse il ricordo più bello del viaggio. Sono arrivata a piedi dalla città di Calatrava per vedere il mare, che è l’unica cosa che non mi è piaciuta. La classica spiaggiona infinita. A fianco però ci sono alcune lunghe viette parallele dove vivevano i pescatori. E dalla Valencia futuristica sono passata a un “barrio” pieno di casette ricoperte di “azulejos” e senza turisti. Girate per Calle de la Barraca, Benillure, del Progrés e le viuzze che le attraversano.
Andate da La Cuina de la Laia, una gastronomia da asporto in Calle del Rosari 89 dove si rifornisce tutto il quartiere. E poi per una “caña de cerveza” (un bicchiere di birra) al Bernard Pub. La quiete surreale senza lancette mi ha deliziato. Le vie del quartiere sono tranquille, ma evitate di andarci la sera perché sono poco illuminate e c’è un punto di spaccio (così mi dissero).

Una casa di Cabañal, l'ex villaggio di pescatori

Il “barrio” alternativo di Benimaclet

L’ultimo giorno a Valencia ho visitato il quartiere alternativo nella zona dell’università. Venendo dal centro, prima sono andata al Museo de las bellas artes, di fronte ai Jardín del Túria. L’ingresso è gratuito e potete vedere opere di artisti spagnoli e in particolare valenciani dal 1400 al 1900. Un ottimo modo per scoprire l’arte locale. E poi sono passata per i Jardín del Real, una stupenda pausa verde a un passo da Benimaclet.
Il “barrio” è nella parte nord-est della città, in una serie di viette intorno alla omonima fermata della metro. Regna l’atmosfera di un paesino dove tutti si conoscono, a cui però si uniscono i tanti studenti che ci abitano (molti sono italiani). Me lo ha spiegato il gentilissimo titolare de La Murta, un “tapas bar” dove ho pranzato. Non mancano vie tranquille con murales, case con “azulejos” e negozi alternativi. Una bellissima ultima tappa per dirti arrivederci Valencia. Perché tornerò, sappilo.

Visitare Valencia in 3 giorni: il quartiere alternativo di Benimaclet

CONSIGLI DI VIAGGIO

Come arrivare
Ho volato con Rayanair e l’aeroporto è comodamente collegato al centro dalla metro. Da poco Valencia è divisa in zone numerate (prima erano A, B, C). Comprate un biglietto andata e ritorno, così spendete 6 euro invece di 10, super conveniente! Andando verso la metro troverete l’ufficio informazioni dove prendere la mappa.

Dove dormire
Sono stata al Cantagua Hostel in camerata da otto e sono stata benissimo sotto tutti i punti di vista. (Ricordate che sono laureata in ostelli?) Prenotando sul loro sito la colazione è inclusa nel prezzo. Si trova appena a sud del quartiere di Ruzafa, ideale per un’autentica movida valenciana. Io onestamente dopo tanto camminare la sera crollavo, quindi non ho testato di persona. Per raggiungere l’ostello dall’aeroporto, con la metro scendete alla fermata Xátiva e fatevi tutta Calle Cádiz.

Come muoversi
La metro tocca vari punti della città ma nel centro ci sono poche fermate, lo taglia nel mezzo. Altrimenti ci sono mille bus in superficie. Io ho sempre girato a piedi senza problemi, le distanze sono fattibili.

La questione “paella”
La “paella” valenciana è un must, così come tutti i piatti di riso che qui sono pura tradizione. La rottura è che in genere la cucinano solo per 2. Quindi o vi trovate un/a partner in crime, o addio “paella”.

Particolarità valenciane
Si parlano due lingue ufficiali: il valenzano e il castigliano, ovvero lo spagnolo. Non mi addentro nei meandri linguistici, è solo per dirvi che troverete spesso indicazioni nelle due lingue, anche nei siti (“val” e “cas”). Io ho di base scritto i vari nomi in spagnolo.

Il Cantagua hostel
Cantagua Hostel


2 commenti Aggiungi il tuo

  1. Ho adorato Valencia! Ci sono stata lo scorso ottobre e mi sono pentita di non averle dedicato più tempo perché pur non essendo grandissima, c’è davvero tanto da vedere. E soprattutto la prossima volta devo tornare al mercato perché quando ci sono stata io l’ho trovato chiuso, e a Cabañal per il quale purtroppo non c’è stato tempo.

    1. Silvia quanto ti capisco 🙂 E sì direi che ti sei persa due cose proprio belle! Credo comunque che per visitare decentemente Valencia ci vorrebbe almeno una settimana.

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