Un tour originale per scoprire la street art a Milano: dai centri sociali ai Navigli fino alla periferia, i muri hanno tante cose da dire (e da contestare)
«Un detto molto in voga tra i writer di tutto il mondo recita: “Muri puliti, popolo muto”. Per fortuna, pare che a writer, street artist, calligrafi e poeti di strada milanesi piaccia parlare, e pure tanto!» Parola di Clara Amodeo, autrice di “Another scratch in the wall”, blog interamente dedicato ai graffiti!
Ed è stata proprio Clara a farmi scoprire la mia città da un punto di vista diverso, quello dei murales e i graffiti! Classe 1989, giornalista con la “scimmia” per linee e tridimensionalità (soprattutto in versione urbana), da sei mesi a questa parte Clara organizza anche Street Art Tour a Milano. Dopo averne provato uno, ve lo consiglio caldamente (il prossimo si tiene sabato 9 giugno, tutte le info in fondo all’articolo).
Ma giusto per venire in soccorso delle eventuali ignorantine come me, cosa si intende precisamente per “street art”? Partendo dal macrotema della tecnica, cioè i movimenti che portano alla realizzazione di un “pezzo”, la street art rientra nell’ARTE URBANA, ovvero una forma d’arte ormai riconosciuta che si manifesta in luoghi pubblici. Questa “parla” attraverso i murales, grandi opere dipinte su una superficie in muratura. Un po’ come quelle del messicano Diego Rivera per intenderci. I graffiti invece vengono eseguiti con la bomboletta sia su mezzi mobili come treni e metropolitane, sia sui muri. In quest’ultimo caso vengono rappresentate per lo più le lettere, tanto che sinonimo di graffiti è “writing”. Avete presente quelle scritte tutte contorte e illeggibili? Nella maggior parte dei casi, i writer non vogliono essere riconosciuti, perché tutto è nato nell’illegalità e potrebbero essere perseguibili. La street art non è altro che l’evoluzione “leggibile” e in senso figurativo della tecnica del writing. Tratta per lo più figure e ritratti, ed è riconoscibile perché per la maggior parte legale. Nel corso degli anni infatti le istituzioni hanno apprezzato sempre più la bravura degli artisti e la loro capacità di rivalutare le zone urbane.
Torniamo ora a Milano, città importante per lo sviluppo del movimento in Italia. Qui infatti compaiono i primi graffiti a metà degli anni Ottanta, quando il movimento Hip Hop approda nel nostro Paese (il writing è una delle sue quattro discipline). Molti furono i graffiti anche indoor, dentro gli edifici, come si può ancora vedere nel negozio Wag Lab, in Via De Amicis 28, il primo a vendere street wear e bombolette spray a Milano.
Ed è sempre a Milano che nasce negli anni Duemila la versione italiana della street art, che non si limita alle bombolette ma include anche paste up (dipinti su carta da attaccare ai muri), steaker (adesivi) e opere tridimensionali.
In tutte le zone di Milano c’è qualcosa di bello da vedere, e per aiutarvi nella vostra visita vi propongo una serie di tappe per quartieri e zone (ecco la mappa)!
Centro
Nel super centro non ci sono molti muri per i writer, che preferiscono in genere le periferie, ma non mancano le eccezioni soprattutto per la street art! In Via Pio IV, vicino alle Colonne di San Lorenzo, c’è un murales che raffigura tutta la storia di Milano. Da Attila alla seconda guerra mondiale, passando per i ritratti di Sant’Ambrogio, Manzoni, Verdi e Napoleone Bonaparte.
In zona Porta Vittoria, tra Via Morosini e Via Bezzecca, c’è l’opera del pugliese Millo, artista poetico e sognatore. Nel Giardino delle Culture, sulle pareti cieche dei due condomini che vi si affacciano ci sono le sue monumentali opere in bianco, nero e rosso. Su un palazzo, un ragazzo con un bastone da rabdomante va alla ricerca di un cuore (e dell’amore). Sull’altro una ragazza prova a lanciargli il proprio cuore con una sorta di enorme fionda.
Sempre in centro, nelle vie attorno a Piazza Cardinal Ferrari, zona Crocetta, una lunga porzione di mura che cingono l’archivio diocesano è ricoperta di murales. I protagonisti sono milanesi illustri (e aforismi da copiare): Alda Merini, Franca Rame, Mariangela Melato, Elda Mazzocchi Scarzella, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Luchino Visconti, Claudio Abbado, Carlo Emilio Gadda, Marco Ferreri, Gian Maria Volontè, Gianfranco Ferrè e Gio Ponti.
Piazzale Lodi
Andiamo ora più a sud. La parete tra Via Benaco e Via Brembo in zona Piazzale Lodi ha accolto “CuciMilano”, opera del toscano Zed1 realizzata durante l’ultima edizione della Fashion Week. A richiederla, il Madama Hostel & Bistro e il circolo Arci Ohibò. A fare da protagonista la laboriosità della mia città, personificata da una donna che cuce insieme le bandiere di tutto il mondo, tra cui una con lo stemma del biscione visconteo. La fama del murales è schizzata alle stelle quando, un paio di anni fa, ha rischiato di scomparire a causa di un cartellone pubblicitario con cui condivideva il suo spazio. L’opera è stata salvata grazie alla mobilitazione cittadina!
Navigli
In zona Navigli ci sono alcuni bei murales in Via Magolfa. Sono realizzati in collaborazione con il Consiglio di Zona e che riportano alcune citazioni della poetessa Alda Merini, cui è dedicato lo stabile. Ma è in Via Gola che si trova un vero e proprio feudo dei Volks Writerz, o scrittori del popolo. Hanno realizzato diverse opere dedicate a Dax, Davide Cesare, ucciso nel 2003 fuori da un centro sociale poco distante. Un altro murales ha come protagonista Michael Brown, afroamericano ammazzato da un poliziotto negli Stati Uniti nel 2014. Sulle mura esterne del Centro Sociale Cox 18, in Via Conchetta, troviamo invece un bellissimo murales di Blu, il famoso street artist marchigiano. Raffigura una serie di persone dalle teste “collegate” a significare l’omologazione della società.
Barona
Più a sud-est, in Piazza Donne Partigiane, zona Barona, un murales di 10 metri ricorda l’impegno femminile nella seconda guerra mondiale. Tra i vari tag (scritte basic) che testimoniano il passaggio di writer e jam improvvisate, spicca una donna partigiana contornata di scritte. Con il termine “jam” si intende un lavoro collettivo realizzato all’aperto da svariati writer, invitati a dipingere dalla crew locale che gli “concede” i muri di cui è “proprietaria”. In questo caso, gli artisti sono Frode, Manu Invisible, Ivan e Tawa.
San Siro
Ma è a San Siro che siamo di fronte a un pezzo di storia del writing europeo. Tra l’ippodromo del trotto e lo stadio Meazza c’è la jam più lunga d’Europa! Iniziata nel 2012, nel corso degli anni ha visto sempre più artisti lasciare il proprio segno in questa lunghissima carrellata di murales. I temi sono quelli del calcio, del verde e del cavalli. A fare da padrone di casa è KayOne, storico writer che in Via Brunelleschi ha la sua “hall of fame”, a sua volta scenario di altrettante jam.
Quarto Oggiaro
Passiamo ora a nord a Quarto Oggiaro, quartiere milanese tristemente noto alla cronaca per problemi di malavita e disagio sociale. Qui le associazioni e le istituzioni si battono quotidianamente per la legalità e il rispetto del territorio, e la street art ha voluto metterci del suo. Su una parete cieca di 300 metri quadri in Via Cesare Pascarella, nell’estate 2017 gli Orticanoodles (collettivo di artisti che prende il nome dal quartiere dell’Ortica) hanno dato vita in cinque giorni a una delle più grandi opere pubbliche milanesi. Il murale è stato donato da Fastweb nell’ambito del progetto FastArt.
Niguarda
Procedendo verso nord-est andiamo a Niguarda, quartiere che vanta una profonda fede di sinistra. Qui il 25 aprile si festeggia con un giorno di anticipo, il 24 sera, quando nel 1945 la zona fu liberata da due staffette partigiane che portavano l’ordine di insurrezione alle fabbriche limitrofe. Parliamo di Stellina Vecchio, detta “Lalla”, e Gina Galeotti Bianchi, “Lia”. A loro è dedicato il murales in Via Graziano Imperatore dal titolo “Niguarda antifascista”. È stato realizzato nel 2014 dal collettivo dei Volks Writerz per volontà dell’Anpi di zona. Mentre le due donne portavano l’ordine di insurrezione, furono colpite da una raffica di colpi, e solo Lalla si salvò.
NoLo
È ora il turno di NoLo, North of Loreto, che fa molto New York de’ noartri. È un quartiere popolare dalle tipiche case a ringhiera, ormai a rischio gentrificazione,. Qui si trova lo Spazio Pubblico Autogestito Leoncavallo di Via Watteau, soprannominato da noi milanesi “il Leo”. Si tratta di uno dei più famosi centri sociali, fra i primi ad accogliere la cultura dell’Hip Hop. Ha ospitato infatti writer e street artist di tutto il mondo, facendo parlare di sé soprattutto per la qualità della sue raffigurazioni “di lotta”. All’ingresso si trova un’opera di Blue: nelle tonalità del rosa e il bianco, un cavallo con un becco allungato penetra la testa di un bambino sdraiato, dal cui ventre esce un’esalazione che potrebbe raffigurare l’anima.
Ortica
E concludiamo il nostro tour all’Ortica, storico quartiere della Milano operaia e patria dei già citati Orticanoodles. Qui gli artisti hanno scelto di rappresentare i volti della legalità sulla massicciata della ferrovia in Via San Faustino. Parliamo di sette protagonisti testimoni della storia della Repubblica: Emilio Alessandrini, Giorgio Ambrosoli, Tina Anselmi, Mauro Brutto, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Lea Garofalo e Walter Tobagi. Ma non solo. Sono posti in una sorta di dialogo con altri noti personaggi milanesi dall’altra parte della strada: Nanni Svampa, Ornella Vanoni, Enzo Jannacci, Giorgio Strehler, Dario Fo, Ivan Della Mea e Giorgio Gaber.
Street Art Tour
Se volete unirvi a uno degli Street Art Tour, che si tiene con cadenza più o meno mensile, scrivete a anotherscratchinthewall@gmail.com, oppure seguite l’evento creato su Facebook. In circa dure ore, Clara vi porta a spasso per diverse zone di Milano. Il prossimo tour sarà sabato 9 giugno. Appuntamento ore 16 in Via Watteau 7, partenza dal centro sociale Leoncavallo per poi passare alla Martesana, zona Rovereto e Bicocca. Si chiede un contributo di 5 euro per supportare il progetto.
Ciao sono Claudia, giornalista milanese non imbruttita, vivo di viaggi in solitaria, scatto foto compulsivamente e divoro libri
che meraviglia
Come dico sempre, Milano è una città da scoprire… anche per una milanese come me 😁
Ci siamo passati un paio di volte sole … ma ci rifaremo 😘😘