Non solo le sue foto, ma anche la sua voce e le sue parole. Alla mostra di Milano dedicata a Ferdinando Scianna, mi è sembrato di girare per le sale insieme a lui
Ho passato un paio d’ore in estasi a guardare le 200 foto in bianco e nero di Ferdinando Scianna, in mostra a Milano a Palazzo Reale. Un viaggio in oltre mezzo secolo di carriera, dalla prime foto siciliane ai famosi scatti per D&G. Ma non solo. Ho ascoltato i suoi racconti dall’audioguida, e ho letto le parole con cui descriveva immagini e pensieri. Perché anche con le parole Scianna è magico. E sembra quasi di visitare la mostra in sua compagnia. Il consiglio è uno: andateci! Avete tempo fino al 5 giugno.
L’arte mi rimette in pace col mondo perché mi dà fiducia nell’umanità (ora ai minimi storici). Se nascesse un Ferdinando Scianna ogni mille anni, ne varrebbe comunque la pena.
Di lui mi sono innamorata dura anni fa, quando era ospite di un evento dove mi sono imbucata senza ritegno. Ha tenuto banco facendo fare a tutti grasse risate. Un uomo intelligente, autoironico e pieno di passione. Molto semplice e onesto nel parlare di sé e della sua arte. E quando il moderatore ridotto a soprammobile ha detto “mi scusi ma abbiamo superato il tempo massimo”, Scianna ha risposto “va bene, buona serata!”. E ha continuato a parlarci imperterrito mentre il poveretto se ne andava. Questo per farvi capire con che personaggio meraviglioso abbiamo a che fare. Immaginate quindi la mia felicità quando ho scoperto che Palazzo Reale gli dedicava una mostra. Che, vi anticipo, merita tantissimo.
Il biglietto include l’audioguida, e per ogni sala è lo stesso Scianna a parlare di quelle foto, del momento in cui le ha scattate, dei suoi dubbi, delle sue idee. Di tutto quello che ruota intorno all’essere fotografo. E lo stesso vale per le descrizioni scritte in ogni sala.
La mostra si divide in tre grandi corpi, Viaggio, Racconto e Memoria, a loro volta articolati in una ventina di tematiche. Dalle miniere boliviane alle feste religiose, dagli scatti per il mondo della moda ai paesaggi.
E la mostra non poteva che iniziare con le immagini nella terra natale di Scianna, la sua amata-odiata Sicilia, che ha cominciato a fotografare da ragazzino, e da cui è fuggito. Ma è quando si fugge che la nostalgia tormenta. La nostalgia per una Sicilia che non c’è più, una Itaca che ha perso la luce, i profumi, i sapori di un tempo.
Ed è proprio nella Sicilia della sua giovinezza che incontra Leonardo Sciascia. È stato un colpo di fulmine, “a vent’anni avevo trovato la persona chiave nella mia vita” dice Scianna. L’amicizia per eccellenza. E i suoi ritratti sono raccolti in un album di famiglia, perché Sciascia è stato una sorta di padre, mentore e maestro. “Lo stilismo si nutre di trovate. Lo stile, di idee” gli dice un giorno. Sicuramente uno dei tanti consigli da scolpire nella pietra.
Altra figura importante per Scianna è stato Henri Cartier-Bresson (c’è una sua mostra a Milano!) che conosce a Parigi. Su suo consiglio diventa il primo italiano a far parte nel 1982 dell’agenzia Magnum Photos. Da Bresson ha imparato a essere un “testimone invisibile” di quello che vede nel mondo. E lo ritroviamo in uno dei tanti ritratti nella mia sezione preferita della mostra, di cui vi parlo qui sotto.
I ritratti mi hanno fatto letteralmente impazzire. Grandi amici, maestri del mondo dell’arte e della cultura che Scianna coglie non solo coi suoi scatti, ma anche con le parole. Nella sua lunga carriera infatti è stato anche giornalista. Per lui scrittura e fotografia non si escludono, ma pensando a sé stesso si vede come un fotografo che scrive. E gli viene bene, perché riesce a mostrare le sfumature poetiche delle persone. Leggete ogni riga, vi prego.
Il mio ritratto preferito è quello di Lartigue, altro fotografo famosissimo, mentre si fa pettinare per lo scatto. O quello di Borges immerso nei suoi pensieri, baciato dal sole palermitano. O Scorsese, che ha incontrato nel suo appartamento di New York, mangiando le polpette della mamma e accompagnando i genitori a fare al spesa a Little Italy. Retroscena di persone e fotografie, parole che ti catapultano lì, dove è nato lo scatto. Magia pura.
“Un fotografo è uno che guarda cercando di vedere il senso, la forma, le emozioni che offre il mondo.”
INFO UTILI
Dove
Palazzo Reale
Piazza del Duomo 12, Milano (metro M3 fermata Duomo)
Orari (22 marzo – 5 giugno)
lunedì chiuso
da martedì a domenica ore 10 – 19:30
giovedì 10 – 22:30
Ingresso
Intero 14 euro, ridotto 12 euro (per le altre riduzioni guardate sul sito)
Informazioni e prenotazioni: Daily Ticket
Ciao sono Claudia, giornalista milanese non imbruttita, vivo di viaggi in solitaria, scatto foto compulsivamente e divoro libri