Al centro dell’edizione 2019 del Wildlife Photographer of the Year di Milano ci sono animali rari nel loro habitat: scopriamo insieme gli scatti naturalistici del concorso fotografico
Dopo un’edizione cruenta come quella dello scorso anno focalizzata sulla salvaguardia dell’ambiente (vi ricordate lo scatto vincitore, che ritraeva un rinoceronte ucciso dai bracconieri per il suo corno?), quest’anno il Wildlife Photographer of the Year torna a puntare sulla bellezza del nostro pianeta. Iniziata il 4 ottobre e in programma fino al 22 dicembre, la mostra di fotografie naturalistiche presenta a Milano le 100 immagini premiate dal concorso del Natural History Museum di Londra. Suddivise in 19 categorie, ritraggono animali rari nel loro habitat, dal deserto agli abissi del mare, dalla giungla ai ghiacci polari.

Realizzati da fotografi professionisti e non, sono il risultato di una selezione, fatta alla fine dello scorso anno, fra ben 45.000 scatti in base a creatività, valore artistico e complessità tecnica da una giuria internazionale di esperti. E come dicevo qualcosa è cambiato rispetto allo scorso anno. Gli occhi secondo me erano puntati su qualcosa di più “classico”, come dimostra l’immagine vincitrice, quella dell’olandese Marsel van Oosten con “The Golden Couple” nella categoria “Animal Portraits”. Le protagoniste sono due scimmie dal naso dorato nelle montagne cinesi di Qinling, l’unico ambiente in cui vive questa specie a rischio di estinzione. Sono di un’eleganza e una pacatezza infinita, mentre osservano una lite scoppiata fra i maschi dominanti del gruppo.

Per questo passo ogni volta almeno due ore alla mostra: didascalie approfondite raccontano la situazione e le emozioni che hanno portato l’autore a cogliere l’attimo, le caratteristiche delle specie o degli habitat ritratti e i dettagli tecnici della fotografia. Se non le leggete dalla A alla Z godete solo a metà.
A vincere il premio Young Wildlife Photographer of the Year 2019, dedicato appunto ai talenti in erba, è stato il sudafricano Skye Meaker con “Lounging Leopard”. Un leopardo si sveglia dal sonno in una riserva del Botswana. Un ritratto rilassato di questa magnifica creatura con lo sguardo sognante, chi direbbe mai che è un temutissimo predatore?

Se devo essere sincera questa edizione del concorso mi ha colpito meno rispetto alle precedenti. Lungi da me criticare l’incredibile lavoro fatto di studio, infinita pazienza ed enorme passione da parte dei fotografi in mostra. Dico solo che ognuno sente vibrare le corde delle emozioni a modo proprio, e ho trovato le immagini troppo “classicamente belle”. In realtà poche mi hanno fatto battere il cuore a tamburo, restare lì davanti come un’ebete a studiarne ogni particolare. Ad esempio quella di un orso polare in Antartide, minuscolo e fragile fra i ghiacci, e il primo piano con i soli occhi messi a fuoco di un pesce nelle Filippine. In generale, questa edizione non è stata capace di sorprendermi insomma.

In realtà ci sono altre immagini che mi hanno fatto sognare, ma già le conoscevo perché sono una follower su Instagram del fotografo. Parlo del belga Michel d’Oultremont, che col suo talento sa portarmi in un universo fiabesco parallelo. Ha vinto il premio “Stella nascente” assegnato a fotografi di età tra i 18 e i 26 anni.
Il Lifetime Achievement Award invece è andato al reporter Frans Lanting, famoso fotografo naturalista, per il contributo trentennale alla conservazione della fauna selvatica. Sedetevi a guardare nella sezione “Proiezione spazio Cinema” il video con una selezione dei suoi scatti, insieme ad altri votati dal pubblico tra tutti quelli in gara.

Decisamente forte le sezioni “Wildlife Photojournalism Award: Single Image” e “Wildlife Photojournalist Award: Photo Story”, che detto in modo elegante portano l’attenzione sul terribile impatto che l’uomo ha sulla natura. Tradotto alla mia maniera fa venire le lacrime agli occhi. La crudeltà che la nostra razza sa riservare agli animali è veramente degna di nota. Da orsi in gabbia per prelevarne la bile a scimmiette ammaestrate ridotte in schiavitù, da tigri uccise dai bracconieri ai pesci che nuotano nella plastica, ce n’è per tutti i gusti.
Per fortuna a ridare fiducia nel futuro ci sono le foto di giovanissimi talenti, fino a 10 e 14 anni. Il loro sguardo sul pianeta e i suoi abitanti, e la loro sensibilità nel cogliere l’attimo mi commuove ogni anno.

In questa edizione non mancano sei italiani in mostra, fra cui Marco Colombo che ha vinto nella categoria “Natura urbana” con “Crossing Paths”, uno scatto in cui un orso marsicano vaga nella notte per un paesino del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Colombo è disponibile per le visite guidate (5 euro, prenotazione obbligatoria), in programma ogni venerdì dalle 19:30 su prenotazione.
Tra gli altri appuntamenti extra, l’Associazione culturale Radicediunopercento (che organizza l’evento col patrocinio del Comune di Milano) propone come sempre serate di approfondimento con fotografi naturalisti (sabato alle 21 presso la Casa della Cultura in Via Borgogna 3).

E ora qualche dritta pratica. Ho visitato la mostra domenica scorsa, e vi consiglio caldamente di evitare il weekend, ma se proprio non potete durante la settimana (il venerdì chiude alle 22) andate almeno a cavallo di pranzo, orario migliore per evitare la ressa. La mostra infatti è diventata famosa e mi hanno parlato di code nel primo pomeriggio. Io alle 16 sono entrata senza problemi ma dentro ero imballata, soprattutto per le famiglie con mille bambini. Evitiamo la polemica sui genitori che non insegnano l’educazione ai figli perché manco loro sanno cos’è, ma diciamo che ho vissuto alcuni momenti shining. Detto questo basta solo un po’ di pazienza, quella che io non ho: godetevi gli scatti, e ditemi cosa ne pensate!

INFO UTILI
Dove
Fondazione Luciana Matalon
Foro Buonaparte 67, Milano (fermata metro Cairoli)
Orari (5 ottobre – 9 dicembre 2019)
Tutti i giorni 10 – 19
Venerdì 10 – 22
Sabato 16 novembre e 14 dicembre 10 – 18
Chiuso Lunedì
Ingresso
Intero 11 euro, ridotto 9 euro + tessera associativa 1 euro

Ciao sono Claudia, giornalista milanese non imbruttita, vivo di viaggi in solitaria, scatto foto compulsivamente e divoro libri