Ho amato l’atmosfera fiabesca di Sighisoara: venite con me per scoprire cosa vedere in questa città romantica e vampiresca, silenziosa e molto turistica
Come descrivere Sighisoara (ecco la mappa), se non come un gioiellino medievale che letteralmente incanta chi vi mette piede? Quando si sale la ripida strada e si varcano le mura della cittadella fortificata sulla collina, si abbandona la modernità per fare un tuffo nel passato. Dichiarata Patrimonio Unesco, insieme a Brasov e Sibiu è una delle principali città della Transilvania che i sassoni fecero prosperare dopo il loro arrivo nel XII secolo. Come le sue “sorelle” accoglie chi la visita con piccole case colorate, tetti di tegole spioventi e stradine acciottolate. Ma quello che fa differenzia è l’aurea fiabesca che la avvolge. Chissà com’era secoli or sono, importante centro mercantile protetto da ben 14 torri. Oggi ne restano 9 che ancora portano il nome delle corporazioni addette alla manutenzione (orafi, sarti ecc.).
Avrei tanto voluto passare una notte a Sighisoara ma non è stato possibile. Essendo molto piccola, già dalla settimana precedente era completamente overbooked. Si teneva infatti uno dei vari festival che richiamano frotte di turisti (il più famoso è quello Medievale di fine luglio). Così, arrivata da Brasov a mezzogiorno, mi sono goduta la città fino alle 17, quando ho dovuto prendere il treno per tornare a lavorare in ostello a Cluj Napoca. E oltre al tempismo, pure il meteo mi è stato avverso con nubi e pioggia dopo un’oretta dal mio arrivo. Ma non ho ceduto alla sfiga, e mi sono goduta al massimo la cittadella incantata!
Sighisoara non è una di quelle destinazioni che richiede giorni e giorni di visita (la parte moderna non ha particolari attrazioni ). Volendo in mezza giornata si conosce ogni pietra e ogni fiore presenti nel centro storico dentro le mura. In realtà si tratta di una manciata di stradine, ma al tempo stesso non ci si annoia mai e non si vorrebbe mai andar via (per poco infatti non perdo il treno per tornare Cluj). Diciamo che il fascino medievale viene intaccato da un numero indefinito di ristoranti, hotel e negozi di souvenir, ma infilandosi nelle vie laterali rispetto alla piazzetta centrale è facile respirare una boccata di autenticità, e gustare il silenzio fuori dal tempo.
Tra le cose da vedere spicca la Torre dell’Orologio, con appunto un orologio che risale al XVII secolo, e la Chiesa cattolica, posta di fronte a un grazioso giardinetto con vista sulla “città bassa” e il fiume Tarnava Grande. Infine, c’è la Chiesa sulla Collina. Percorrendo una lunga scalinata coperta si raggiunge il punto più alto, dove si può visitare questa chiesa luterana. Di fronte si accede a un “bellissimo” cimitero. Lo so che detto così pare macabro, ma se come me avete una rispettosa passione per questi luoghi silenziosi dove lapidi, antiche fotografie e mazzi di fiori raccontano molto del suo popolo, questo cimitero è una chicca! “Sotto una fuga di nuvole sospese sopra le alture, i campi e il fiume tortuoso, conservazione e decadenza erano avvinghiate in uno dei più seducenti cimiteri del mondo” scrisse Patrick Leigh Fermor (leggete i consigli letterari in fondo a questo articolo).
A spezzare l’atmosfera da sogno di Sighisoara c’è però la Casa di Dracula! Qui infatti nacque il tremendissimo Vlad l’Impalatore, il Principe di Valacchia che ispirò il famoso vampiro per la sua crudeltà (il soprannome lascia poco spazio all’immaginazione). I suoi ammiratori corrono al castello di Bran, ma è qui che ci sono concreti legami storici con il Principe. Il palazzo ormai si è piegato ai voleri del business e al suo interno ospita un ristorante. Poco lontano, a fianco della Chiesa del Monastero Domenicano, è stata eretta una statua che lo immortala Vlad nei caratteristici baffoni e nello sguardo truce.
Ma volete sapere cosa ho adorato di Sighisoara? Le finestre! Devo dire che in tutti i posti della Romania in cui sono stata ho visto finestre meravigliose, ma qui vanno oltre. Nonostante i muri siano dai colori accesi, c’è sempre una delicatezza di fondo commovente. Saranno gli infissi in legno provati dal tempo, gli immancabili fiori e piante che raccontano la sensibilità per le piccole cose, oppure le tende che celano tanto, ma non tutto. O sarà che mi chiedo quale vita scorra dietro quei vetri, quali passioni, quali dolori.
CONSIGLI DI VIAGGIO
Come arrivare
L’aeroporto più vicino è quello di Sibiu a poco meno di 100 km, con voli non sempre diretti e non sempre a buon prezzo. Altrimenti ci sono quelli di Bucarest e Cluj, più lontani ma più economici. Sighisoara è facilmente raggiungibile da altre città via treno o pullman.
Dove dormire
Nelle mie vane ricerche per passarci una notte il Burg Hostel era l’unico ostello, con recensioni nella media. Altrimenti la scelta tra hotel e pensioni è piuttosto vasta.
Dove mangiare
Consiglio un ristorante che nonostante sia quello dell’elegante Hotel Sighisoara ha prezzi alla mano. Mi sono gustata la tipica zuppa di fagioli servita nel pane con tanto di coperchio! L’ingresso al cortile è su Strada Tamplarilor.
Per stuzzicare qualcosa come uno strudel, bere una cioccolata calda o una limonata, andate alla Cositorarului Casa, nella omonima via. Il meglio a mio parere lo dà la parte all’aperto sotto le fresche frasche, ma anche l’interno è delizioso, tutto velluto e tende, perfetto per le giornate invernali.
Ciao sono Claudia, giornalista milanese non imbruttita, vivo di viaggi in solitaria, scatto foto compulsivamente e divoro libri
le finestre stupende
Ne avrei pubbicate 85 di foto ma non mi pareva il caso😆
😂