Di cose strane in Asia ne ho viste tante: ecco la mia top 10, dagli insetti fritti ai pigiami fashion, dalle pennichelle sugli scooter ai frutti puzzolenti
Avendo viaggiato molto nel Sud-Est asiatico, dal Vietnam alla Cambogia, dal Laos alla Malesia, dalla Thailandia a Singapore, ho visto e vissuto una serie di vere e proprie stranezze rispetto alla nostra cultura! Cose a cui veramente non ero abituata, mai viste prima! Qualcuna è comune a molti dei Paesi che ho visitato, qualcuna invece è tipica e localizzata. Sta di fatto che tutto contribuisce a farti sentire meravigliosamente dall’altra parte del pianeta! Qui vi propongo la mia personale top 10 delle cose strane in Asia… e ovviamente parte la nostalgia!
1 – Insetti gourmet
Fanno senso, soprattutto se li ami poco come me, figuriamoci mangiarli. C’è di tutto, dai bacarozzi alle larve, dalle formiche alle cavallette, e sono cucinati fritti, allo spiedo, in padella. C’è l’imbarazzo della scelta. Va bene che sono una buona fonte di proteine, però preferisco il tofu grazie! Una volta in Cambogia, in pullman verso la capitale, facciamo una breve sosta lungo la strada. Ci sono diverse bancarelle, e insieme alla frutta e alla verdura alcune vendono insetti da mangiare. La quantità si decide in base alla lattina, riempita su richiesta, tipo la coppa del gelato. Tornata sul pullman, la gente appende al sedile il sacchetto pieno di insetti, e uno per uno li tirano fuori: CRUNK… CRUNK… il rumore sotto i denti. Una valida alternativa al banale pacchetto di patatine o alle noccioline.

2 – L’arte di attraversare
Ecco, questa mi è successa solo in Vietnam. Diciamo che i guidatori vietnamiti non fanno molto caso al pedone, e le strisce sulla strada non abbondano. Bisogna quindi armarsi di coraggio e attraversare dove capita con le macchine che passano. Il segreto è farlo con lentezza, così il gli automobilisti ti vedono e hanno tempo di rallentare e schivarti. Il tutto con calma. In Vietnam infatti hanno tutti il vizio di suonare il clacson in modo ossessivo compulsivo, ma non sono cattivi: se penso all’astio dell’automobilista medio milanese (me compresa) c’è una tranquillità da bradipo. Ho attraversato strade trafficatissime e sono sopravvissuta. Ho rischiato però di morire quando sono tornata a casa, perché dopo un mese in Vietnam ho adottato la stessa tattica, senza ricordarmi che qui ti passano sopra in 15 anche sulle strisce pedonali.

3 – Quel puzzone del durian
La prima volta che ho sentito il tanfo di questo frutto in Malesia ho rischiato di vomitare. Viene mangiato in tutti i Paesi del Sud-Est (la Thailandia è uno dei maggiori produttori), ma la puzza che ho sentito a Kuala Lumpur non lo dimenticherò mai. Ero a un mercato e sono passata davanti a una macchina con il baule aperto pieno di questi frutti: se non mi fossi tappata il naso sarei svenuta. Il lezzo è una via di mezzo fra verdura marcia, vomito e formaggio fetido. Un odore fortissimo che copre qualsiasi cosa, non si sentirebbe nemmeno il fritto di MCDonald’S a 5 metri! E puzza talmente tanto che spesso è vietato portarlo con sé in treno, albergo e altri locali pubblici per fortuna. Peccato che in queste zone ne vadano ghiottissimi!


4 – Bici e motorini: i nuovi asini
Onestamente non so come possano pedalare con tutta quella roba che caricano sul povero mezzo a due ruote. E non so nemmeno come facciano ad ammassare tutto in quel modo senza far cadere nulla. È come se dopo secoli di esperienza avessero trovato un metodo valido per fottere la forza di gravità: funi, colla, saliva, per me è un mistero, sembra un nido fatto di oggetti che se ne sfiori solo uno spezzi l’incanto e tutto cade a terra. Ceste, sacchi, scatole, oggetti di ogni tipo, tutti amalgamati con la stessa sofisticata arte.

5 – Specialisti in penniche
Io ho sempre pensato che la pennichella fosse un’invenzione degli spagnoli e per osmosi dei sudamericani: la famossissima “siesta” che tutti conosciamo. Secondo me però, o c’è stata una frode culturale, oppure gli asiatici hanno superato brillantemente i maestri. Nel caldo tropicale asiatico, tutti dormono praticamente ovunque senza ritegno, e il mezzo di trasporto funziona meglio di un’amaca. Il motorino è perfetto: il sellino diventa uno schienale mentre il manubrio regge le gambe. Li vedi ronfare come bimbi, con la bocca aperta e i piedi all’aria!


6 – Pigiama fashion
Non so se sia un pigiama che gli asiatici rivedono a modo loro, o una semplice e tipica mise che io da ignorante europea non conosco… sta di fatto che normalmente, durante il giorno, donne e bambini indossano spessissimo questi completi che ai miei occhi sembrano perfetti pigiami. Sono camicia e pantaloni con la stessa identica fantasia! In genere sono decorati con motivi floreali e hanno colori sgargianti. E a me strappano sempre un sorriso.

8 – Parrucchieri on the road
Gli asiatici, per quella che è la mia esperienza, sono veramente dei geni nel crearsi un’attività che gli permetta di sopravvivere. Una delle più affascinanti ai miei occhi è quella del parrucchiere (in genere per uomo) allestito sulla strada. Non so se sono itineranti, non mi sono mai fermata in un posto abbastanza per monitorarli. Ad ogni modo, un sedia (a volte addirittura da barbiere old style), un pettine e uno specchio e sono a posto, non gli serve niente altro!


7 – Camera con vista
Ecco, questa è fantastica. Spesso e volentieri, nelle bettole dove trovo alloggio io è possibile scegliere camere con e senza finestra, per risparmiare fino all’osso. Va bene tutto, ma la claustrofobia anche no, quindi opto per una stanza finestrata. Ovviamente pago la differenza (minima), mica è gratis poter aprire i vetri e prendere una boccata d’aria! Peccato che molte volte, non solo la finestra ha le sbarre, ma è comicamente affacciata su un altro muro, a distanza di pochi centimetri. Mi è successo soprattutto in Vietnam, ma anche in Malesia. In questa foto almeno la finestra era grande, in altre è pure microscopica!

9 – Elettricità “nell’aria”
Quasi ovunque la concentrazione di fili e cavi elettrici sulle strade è a dir poco “elettrizzante”. Sembrano liane di piante tropicali: lungo i pali, da un palazzo all’altro si arrampicano ovunque, tanto che a volte il cielo sopra la testa è fatto di azzurro e fili! Senza contare poi i garbugli allucinanti che paiono nidi di cicogne. Onestamente, mi sono chiesta più volte cosa mai sarebbe successo se avessi appoggiato la mano su un palo… fulminata all’istante? Meglio non provare.


10 – Take away coke
Questa mi aveva fatto sbellicare un bel po’! La prima volta mi è successa a Bangkok, in Thailandia. Morivo di caldo così sono entrata in uno dei soliti negozietti-vendi-tutto, e mi sono presa una Coca Cola. Arrivata alla cassa, la ragazza mi hanno chiesto se volevo metterla in un sacchetto di plastica e ho detto di sì, così ha aperto la lattina, e ha versato tutto il contenuto dentro il sacchetto. E con un bel sorriso ci ha ficcato dentro pure la cannuccia! Fantastico! Quindi una volta uscita, sono andata a spasso reggendo il sacchetto. Ho visto che questa abitudine ce l’hanno anche con le zuppe.


Ciao sono Claudia, giornalista milanese non imbruttita, vivo di viaggi in solitaria, scatto foto compulsivamente e divoro libri
Che bello, mi hai fatto tornare al mio viaggio in oriente di 12 anni fa! Ricordo bene gli insetti fritti di tutti colori e dimensioni al mercato di Chang Mai e i cartelli “vietato portare durian in metropolitana” in Malesia! 🙂
Non sai che nostalgia è venuta a me mentre scrivevo 🙂 Il durian però non mi manca per niente 😉
ahaha vero, la zuppa nel sacchetto di plastica è un classico! Fantastica anche quella della pennichella, mi ricordo ad Angkor Wat, 40 gradi all’ombra, tutti gli autisti addormentati nei loro tuk tuk, con tanto di amaca e cappello. Concordo, il durian è tremendo!
Quanto avrei voluto pure io farmi una bella ronfata tra un tempio e l’altro 😀