Fermate le montagne russe (emotive) voglio scendere

Vi sentite mai sopraffatte dagli avvenimenti, schiacciate dal peso di qualcosa di immensamente più grande di voi tanto da non poter più respirare? Può essere il fidanzato che vi lascia, la perdita del lavoro, un lutto. Nel mio caso parliamo di quest’ultimo, ma lo metterei al plurale: i lutti. Settembre è stato un mese pesantuccio per me, due funerali in due giorni. Sembra il titolo di un film con Hugh Grant ma è la dura e cruda realtà. Uno zio che la sua vita l’ha vissuta per intero, e un’amica che non è arrivata nemmeno a metà.

So come funziona con la morte, ha fatto visita a casa mia 10 anni e 10 mesi fa, ma questo non significa che ci si abitui al dolore. Se spesso situazioni simili fanno venire di riflesso una gran voglia di vivere, questa volta a me l’han fatta passare. Non sto a tediarvi, ma quello che mi sono chiesta è stato: che senso ha programmare, organizzare, pensare al futuro, se non fai nemmeno in tempo a dire addio a un’amica cui hanno diagnosticato un mese di vita, e che muore addirittura dopo 10 giorni? Mi sono sentita impotente, una cosa che mi manda fuori di testa perché non ho il controllo sulle cose.

montagne russe emotive

Mi hanno chiesto: “Quando ci fai sognare ancora con i tuoi viaggi?”. La mia risposta è stata “ci sto lavorando” ma quella vera sarebbe stata “non lo so”. Avevo perso la voglia di fare tutto, una visione nerea dell’esistenza si era impossessata di me.
Poi settimana scorsa qualcosa nella mia testa ha fatto click. Avevo bisogno di rimpossessarmi della mia vita, di tornare in sella.

Ai primi di ottobre avrei potuto andare in Turchia dieci giorni a casa di un amico. Era quello che mi serviva dopo tanta tensione: mare, un Paese che amo, il cervello in folle. Ma avevo troppi impegni famigliari per la morte di mio zio e non me la sentivo di partire. Questo mi ha messo di nuovo di fronte alla mia impotenza, ho dovuto rinunciare a una cosa cui non avrei rinunciato mai. Era come se non ci fosse più niente di bello per me. E soprattutto, ero uscita dal flusso positivo di eventi che questa estate mi aveva portato a Venezia a fare la dogsitter per amici, e a Parigi grazie a un fortunatissimo scambio di casa. Mi sembrava di essere scesa da un meraviglioso treno che avevo preso al volo. Fortuna chiama fortuna. E sfiga chiama sfiga.

E cosa ha portato a quel click? Non lo so, ho solo avuto un’urgenza, quella di sentirmi ancora viva. Ho aperto il sito di Workaway e ho mandato richieste per lavorare come volontaria in un ostello durante le feste natalizie. Puntavo su Stoccolma e Oslo, che in inverno sono freddissime ma hanno un immenso fascino, e Budapest, che mi stuzzicava già da un po’. Son passati pochi giorni e mi ha contattato un ostello della capitale ungherese e ci siamo accordati: starò da loro da fine dicembre a metà gennaio, e questa volta non farò la sguattera come al solito ma mi occuperò dei social network!

Ho prenotato il volo tutta agitata e, nemmeno un’ora dopo, tramite un magazine online con cui collaboro mi è arrivata la proposta per un viaggio stampa in Olanda di due giorni! Partirò settimana prossima. Ho scritto allora a una ragazza che vive ad Amsterdam e che mi aveva invitato mesi addietro: mi ospiterà nei tre giorni successivi così potrò visitare la città! La sensazione che ho avuto è stata come se qualcuno o qualcosa avesse voluto darmi un’ulteriore spinta nella mia voglia di tornare a vivere. E questo è il mio modo, fare quello che amo di più al mondo, VIAGGIARE.

montagne russe emotive

In fondo non siamo poi così impotenti. La vita a volte è tremendamente ingiusta, ma sa essere anche tremendamente bella. In pratica è come stare sulle montagne russe, e dobbiamo abituarci. Possiamo decidere se salirci o no, possiamo decidere se farci terrorizzare dalla discesa da infarto o viverla con adrenalina sapendo che non durerà per sempre, che salita e discesa si alternano. Ci sono cose che non si possono controllare, ma altre sì, o meglio, possiamo scegliere giorno per giorno che direzione prendere. Io, con grande fatica, ho scelto la mia.

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  1. Alessandra ha detto:

    Io penso che niente avvenga per caso (lutti a parte), che le occasioni non ti arrivano dal cielo ma che sono il frutto dei passi che si fanno. L’essere passivi nella vita non porta a nulla. Solo chi osa, prova ed agisce si mette in condizione di attirare cose positive e di fare succedere gli eventi. Bravissima, continua così. Proprio perchè di passaggio in questo mondo niente va lasciato intentato. E credo pure che non fosse il momento giusto per andare in Turchia, quando lo sarà lo capirai. Te lo dirà il karma 🙂

    1. Hai perfettamente ragione. Credo le cose belle arrivino quando te le cerchi, credo si possa parlare di un vero e proprio stato energetico. Che di riflesso ti dà anche il filtro per vedere il mondo intorno a te, il famoso bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Grazie per le tue belle parole 💚

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