Christiania a Copenaghen: Città Libera per utopisti o turisti?

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Vi presento Christiania, la Città Libera a Copenaghen, esperimento sociale famoso in tutto il mondo tra bancarelle di hashish e murales alternativi

Quando ho avvisato gli amici che sarei partita per la Danimarca e avrei passato un paio di giorni a Copenhagen, la prima cosa che mi hanno detto è stata: “Vai a Christiania”. Tutti curiosi di sapere com’è questo esperimento sociale famoso a livello internazionale. Dopo averla visitata onestamente mi sono chiesta: Christiania, ci sei o ci fai? Ma facciamo prima una piccola cornice introduttiva.

Christiania a Copenaghen

Nel lontano 1971, un gruppo di hippie guidati dal sogno di un paradiso anarchico/pacifista occupò una base militare ormai in disuso di ben 41 ettari a Christianshavn, un distretto nella zona Sud orientale di Copenhagen. Città Libera di Christiania: questo il nome per esteso della loro utopia, ribelle alle leggi danesi. Dopo oltre quarant’anni, continua a sopravvivere come quartiere parzialmente autogovernato e mal sopportato dallo Stato, che ha tentato più volte di smantellarlo. Tra i vari motivi di contrasto, lo spaccio delle droghe leggere, che avviene tranquillamente sotto gli occhi di tutti mentre è illegale nel resto del Paese.

Parliamo così di una piccola città nella città, in cui vive circa un migliaio di persone. L’ingresso principale si trova in Princessegade (guarda la mappa), a circa venti minuti a piedi dal centro storico di Copenhagen.
Qui non circolano auto, ci sono solo strade pedonali su cui si affacciano le varie attività, dai ristoranti ai negozi, e giardini in cui spesso sono esposte opere d’arte e installazioni di vario genere. A piccoli palazzi si alternano casette “fai da te” che incrociano le dita per sopravvivere al prossimo inverno. Ma non solo, ci sono anche scuole per i più piccoli, laboratori teatrali e altre realtà culturali.

Christiania a Copenaghen

Lo ammetto candidamente, sapevo poco o nulla di Christiania, ma è sicuramente il modo migliore per visitarla, senza aspettative e con un’ingenuità disarmante. Ho infatti portato con me la mia immancabile macchina fotografica nonostante il divieto di scattare foto! Ne ho fatte mille ovviamente, e nessuno ha detto nulla per fortuna. Visto lo spaccio, a molti non piace l’idea di essere immortalati dai turisti, e per sicurezza spesso indossano delle maschere.

La mia spassionata opinione? Christiania mi è sembrata un animale da circo messo in bella mostra. Poco è rimasto del sogno dei suoi fondatori.
Rovinata dal turismo? Forse. È la quarta attrazione della Danimarca. Ci sono addirittura visite guidate, persino il mio ostello ne organizza una gratis ogni pomeriggio.
L’atmosfera di spaccio non conquista? Anche. In Pusher Street (la traduzione è superflua) non mi sono sentita a mio agio. Ad agosto infatti c’è stata una sparatoria fra polizia e spacciatori con tanto di morto. Ma sono gli stessi abitanti a non tollerarli più, tanto da smantellare le bancarelle dell’hashish.
Insomma avrei preferito un hippie con collane di fiori e “peace and love” tatuato sulla fronte a vendermi un sano etto di maria, rispetto ai soliti spacciatori delle solite organizzazioni criminali. Come se i genuini sogni utopistici di un tempo fossero stati risucchiati dal commercio più becero.

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Al netto di tutto ciò, è stato comunque piacevole passeggiare per le strade di questo quartiere alternativo, sia per le canne passive che mi sono fumata, sia per quello che ti circonda. Bellissimi murales, laboratori artigianali meravigliosi, caffetterie e bar in cui è doveroso sedersi un attimo per “respirare” l’atmosfera di questo grande e grosso centro sociale metropolitano.

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Tirando le somme, faccio un appello alla comunità di Christiania: voi che ancora credete negli ideali che hanno portato alla fondazione della Città Libera, difendeteli, avrete vita dura in un’epoca di consumismo come questa, ma potete ancora essere una splendida pecora nera sognatrice.
A tale scopo, nel 2011 è stato creato un fondo: facendo una donazione su questo sito si aiutano gli abitanti ad “acquistare” Christiania dal Governo, con cui è stato raggiunto un accordo, evitando così qualsiasi forma di speculazione o profitto che non sia a favore degli abitanti.

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