Viaggiare in Italia o all’estero? Il grande dilemma

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Estero sì o estero no? Dopo un agosto tranquillo nella mia casa al lago, scegliere la meta del mio viaggetto di settembre è stato un parto trigemellare. Adoro l’Italia, ma per me il viaggio vero è oltre confine. Ho bisogno di scoprire nuove culture, di sentire lingue diverse dalla mia, di assaggiare piatti mai provati prima. E dopo un anno e mezzo di pandemia senza Paesi stranieri, ora si può finalmente spiccare il volo! Avevo scelto la destinazione, controllato voli e cercato ostelli. Dovevo solo prenotare. Ma una voce nella mia pancia diceva “fermati, non lo fare”. E ho deciso di ascoltarla.

viaggiare in italia o all'estero mappa con fiore rosa

Dopo aver bombardato quelle sante delle mie amiche coi miei sfogoni, alla fine ho capito che andare all’estero ora non fa per me. Mi metterebbe troppa ansia. Prima e durante il viaggio passerei il tempo a controllare compulsivamente quello che dice la Farnesina su restrizioni e contagi che cambiano di continuo. Sono vaccinata, ma quello che mi preoccupa è l’idea di trovarmi bloccata, di non poter tornare a casa per ragioni sanitarie o burocratiche. E ovviamente quando viaggi da sola non funziona il detto “mal comune mezzo gaudio”, te la devi cavare da sola, fa parte della bellezza di questa esperienza.

E come sempre quando devo prendere una decisione importante, mi partono i labirinti mentali. La pandemia ha tolto tanto a tutti, ma ai viaggiatori anche di più. Mi sono chiesta se a me non avesse tolto lo spirito “avventuriero”, quella curiosità verso il mondo, quell’esaltazione che sentivo così mia.
Ma alla fine penso che, semplicemente, bisogna fare quello che si sente, ed è impossibile dissociarlo dal momento esatto che stiamo vivendo. Non possiamo pretendere di essere sempre uguali, non siamo fatte a compartimenti stagni. Le esperienze ci forgiano, e lo stato d’animo non può che cambiare durante una pandemia mondiale. Non è più figa chi non si fa scalfire dagli ostacoli, ma chi affronta le proprie fragilità senza imporsi nulla.

viaggiare in italia o all'estero - mentre faccio il bagno in turchia
nelle splendide acque della Turchia

Il problema è che “sentire” quello che è bene per me, dopo un anno e mezzo così non è sempre facile. Purtroppo sono una persona ultra razionale. Ci ho messo una vita ad ascoltare il mio istinto, e viaggiare da sola mi ha aiutato tantissimo.
Ultimamente mi sono sentita spesso persa e confusa. Non mi trovavo più, letteralmente. Dove è finita la Claudia che girava da sola zaino in spalla in Asia? La Claudia che lavorava negli ostelli in giro per l’Europa, per conoscere viaggiatori provenienti da mezzo mondo? Mi chiedevo se ero io quella Claudia chiusa in casa durante i lockdown, paurosa dei contatti, che poteva solo sperare di uscire dal proprio comune, figuriamoci poi dalla regione.

Quando ho cominciato a confrontarmi con influencer che vanno ovunque nel mondo, ho capito di essere alla frutta. Perché non c’è niente di più distruttivo che paragonare la propria vita a quelle raccontate sui social. Solo poche sono davvero sincere, genuine e oneste. E solo da queste dobbiamo trarre ispirazione, il resto vale meno di niente.
Dopo due giorni di crisi totale, ho fatto un bel respiro e ho rispolverato la vera Claudia. Viaggiando da sola, andando a migliaia di chilometri da casa, negli anni ho imparato a capire quando una paura è positiva, è una spinta a superare i miei limiti, e quando invece è una paura da ascoltare, perché mi forzerei a fare qualcosa che non sento.

mentre scatto una foto in Irlanda
sulla costa in Irlanda

Per me viaggiare è un senso di benessere, di entusiasmo, è un trepidante conto alla rovescia prima della partenza. Non avrebbe senso farlo in altro modo solo per provare qualcosa a me stessa. Andando all’estero, in questo momento l’attesa più che trepidante sarebbe tremante.
Così ho preso la mia decisione. Ho organizzato tutto per la mia prossima meta made in Italy. La puntavo da tanto e quando ho cliccato su “prenota” ho provato quella sensazione che cerco: la felicità.
Scoprirete dove andrò quando sarò arrivata a destinazione. E non lo dico per creare suspense alla influencer maniera. È solo che in questo periodo, finché non vedo non credo. Poi però quando vedo, la mia gioia la sentirete esplodere!

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. Ti capisco benissimo perché a giugno, presa dall’entusiasmo per aver ottenuto il green pass, ho subito prenotato un volo per Dublino. E non ti dico l’ansia! Come dici tu non facevo altro che controllare compulsivamente i siti ufficiali, e avevo il terrore di non poter tornare a casa. Al punto che ho anche fatto un’assicurazione. Alla fine sono partita ugualmente, ed è andato tutto bene. Però l’apprensione non mi ha mai abbandonata, e Il soggiorno non è stato il massimo, anche perché la città era semi deserta. È stato strano e difficile, chissà se ci abitueremo.

    1. Silvia grazie mille per il tuo commento, mi hai fatto sentire umana <3 Ho scritto questo articolo proprio per condividere quei timori che non vorremmo avere ma che, purtroppo, questo periodo spesso e volentieri ci fa provare. Per me è una questione di carattere, c'è chi al posto tuo a Dublino se la sarebbe vissuta benissimo. Però è giusto che ognuna ascolti i propri bisogni, e decida in tranquillità cosa la fa sentire più a suo agio.

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