Non sono i numeri dei follower ma i viaggi che fanno, e come li raccontano, a renderle così speciali: ecco i travel blog di viaggiatrici vere da seguire
Instagram è un vortice di account, e in un mondo in cui la bravura spesso e purtroppo viene valutata in base al numero dei follower, è difficile trovare valide travel blogger, soprattutto se si tratta di viaggi in solitaria. Parlo di donne che non fanno solo tour organizzati dagli sponsor (le cosiddette “marchette”), ma che amano sempre e comunque l’avventura, il mettersi in gioco, la scoperta. Che viaggiano davvero insomma. Qui vi propongo 5 travel blog scritti da donzelle che stimo in tutti i sensi, che mi portano virtualmente in giro per il mondo e mi fanno sognare. E che rispondono se gli scrivi, merce rara.
Fare una lista in ordine affettivo è stato impossibile, si scavallano l’una con l’altra perché tutte per me sono speciali. Quindi andiamo di ordine alfabetico e via!
I viaggi di Fraintesa
Ho “incrociato” sul web Francesca navigando lo scorso anno. Era stata nominata momondo Ambassador delle Viaggiatrici avventurose, un progetto ideato per ispirare le donne che decidono di viaggiare da sole. Da lì ho scoperto il suo blog, un travel magazine con una redazione di svariati autori e traboccante di articoli (lo ha aperto 10 anni fa). E poi lo scorso maggio ho visto il video che ha postato sulla pagina Facebook, e mi è mancato il respiro.
Raccontava del cancro al seno, molto aggressivo, che le era stato diagnosticato alcuni mesi prima, e di cui non aveva mai parlato. È stata operata, ha fatto una serie di terapie e si è salvata. Per dare un nuovo senso al terribile giorno in cui le hanno diagnosticato il tumore, l’8 ottobre, ha deciso di partire in quella stessa data per un viaggio da sola intorno al mondo. Trasformare una disgrazia in un momento di rinascita è una cosa che in pochi sanno fare. Quindi un enorme in bocca al lupo a lei per questa incredibile avventura che inizierà proprio domani.
2 aprile 2021. Purtroppo Francesca non ce l’ha fatta, ha vinto la malattia. Non ci sono parole, anzi forse sì: la vita è una.
Marsha Jean
Quando sono capitata sul suo account Instagram, è letteralmente scoppiato l’amore! “Ma chi è sta pazza furiosa che gira da sola per l’Afghanistan?!” mi son detta. È una ventiduenne di Hong Kong, con una storia alle spalle che pare un film. A 18 anni lascia la sua casa abusiva in Australia col ridente progetto di spendere tutto e uccidersi. Come si è salvata? Ci ha pensato la bellezza del mondo reale e delle persone con cui è entrata in contatto lungo il tragitto.
Ha così viaggiato da sola per 4 anni. “I do crazy things” e dice bene: fare autostop dall’Iran fino alla Francia, sbiciclettare per mezza Asia centrale (Pakistan incluso), fare volontariato coi rifugiati in Grecia, vivere con una famiglia nelle grotte marocchine. Il tutto sfruttando CouchSurfing e lavorando con Workaway. E la cosa bella è che non si pone come la viaggiatrice con le contropalle, semplicemente snocciola le sue avventure per mostrare il meglio dei posti che visita, di cui spesso le uniche notizie che abbiamo sono quelle dei media (auguri!). E i suoi racconti sono pieni di emozione. Scrive in inglese ma è molto easy. Ora è tornata in Australia per guadagnare un po’ e ripartire.
Pain de Route
Come si descrive sul blog dice tutto: “Rotolacampo selvatico, devota al CouchSurfing e alla tenda, specializzata su Balcani, Caucaso, Russia allargata e Asia centrale”. Eleonora è una gioia da leggere. Spesso viaggia col fidanzato e come tour leader, ma altrettanto spesso si butta a capofitto in viaggi in solitaria che ti fanno conoscere posti mai sentiti prima (Ciuvascia, Dusanbe e Chisinau vi dicono qualcosa?). Ultimamente si è fatta una cosuccia da niente come la Transiberiana, che seguivo nelle sue storie su Instagram come ai tempi senza streaming, quando si aspettava con ansia la nuova puntata.
Questa ventenne ha una maturità che molti adulti le invidierebbero, e va nel dettaglio più minuzioso. Di ogni posto racconta vita, morte e miracoli dal punto di vista geografico, storico e culturale (oltre alle nerdate linguistiche, che mi commuovono perché anche io come lei sono una linguista). Gli incontri con la gente del posto, questo sì è fondamentale, è la bellezza pura del viaggio. E le sue foto, come i testi, sono incredibilmente poetiche, ma non aspettatevi outfit preconfezionati o pose da influencer navigata, troverete solo quella mosca bianca, la sostanza.
The lazy trotter
Ecco alla Lazy, alias Cristina, sono proprio affezionata. Mi ha consigliato di seguirla un amico comune quando ho partorito il mio sito, e da lì non l’ho più mollata. Altro che lazy, è stata praticamente ovunque, pare abbia mille vite, è un vulcano implacabile. Nonostante il suo blog negli ultimi tempi sia letteralmente esploso, e faccia viaggi sponsorizzati e da tour leader, appena può viaggia “sola e pazza” come dice lei a esplorare qualche parte del mondo. L’ultimo viaggio è stato a Copenaghen, ma ricordo Guatemala, Giappone, Thailandia, Stoccolma. I suoi post non sono mai banali, si immerge anima e corpo nel Paese che visita e il suo modo di viaggiare lo sento molto vicino.
Negli ultimi tempi poi è diventata ancora più profonda: le è stata diagnosticata la fibromialgia, nota come “sindrome del dolore”, certo non una passeggiata per una viaggiatrice seriale. Ma si è messa totalmente in discussione, e facendo mille ricerche tra yoga, alimentazione sana e medicina alternativa, riesce a portare avanti la sua passione e a viaggiare forsennatamente. E non nasconde nulla, perché ammettere le proprie fragilità è la forza più grande.
Viaggio da sola perché
Qui non vi presento una donna interessante, ma migliaia di donne! Parliamo infatti di un gruppo Facebook pensato per viaggiatrici in solitaria o aspiranti tali. Creato nel 2015 da Elena e Dana, pochi mesi dopo vede l’aggiunta del sito e del blog della community. Nasce così un network a cui collaborano anche altre travel blogger indipendenti (la stessa Eleonora painderoutiana ad esempio).
Quando mi sono iscritta nel 2016 eravamo in 3.000, mentre ora siamo quasi 22.000. E parlare al plurale è doveroso, perché facciamo rete fra di noi. Ci incoraggiamo e gasiamo a vicenda pre partenza e durante il viaggio, ci supportiamo quando saltano fuori paturnie e magagne, ci diamo una mano con consigli pratici e logistici sulle varie mete e così via. O semplicemente condividiamo foto e pensieri, perché questo fa il viaggio, ispira. E il mondo è piccolo: Dana e io abbiamo lavorato con Workaway a breve distanza di tempo nello stesso ostello in Irlanda! Sul blog poi si leggono racconti di viaggio, storie di viaggiatrici, interviste, proposte culturali. Insomma migliaia di donne e altrettanti spunti! Perché anche se viaggiamo da sole, l’unione tra donne fa sempre la forza.
Aggiornamento 2020: il sito non è più attivo ma la community su Facebook sì!
Ciao sono Claudia, giornalista milanese non imbruttita, vivo di viaggi in solitaria, scatto foto compulsivamente e divoro libri