Vi propongo una Parigi diversa dal solito con un mix multiculturale da urlo, street art, ristoranti economici e zero turisti: ecco cosa vedere a Belleville
Nel mio ultimo viaggio a Parigi, il sesto per l’esattezza, quando sono arrivata ho pensato: e adesso dove vado? Avevo più o meno visitato tutto il visitabile per una normoturista, da Montmartre alla torre Eiffel, dal Marais al Louvre, e avevo bisogno di qualcosa di nuovo. Così mi sono detta, perché non Belleville? Parliamo del quartiere multietnico per eccellenza di Parigi, dove nacque Édith Piaf e sono ambientati i romanzi di Pennac. Mi sono innamorata di questa bomba di culture differenti, con cibo da mezzo mondo e street art. E meravigliosamente senza turisti (ecco la mappa con le tappe).
Ci troviamo nel XX arrondissement nella zona est di Parigi, fra il famoso cimitero di Père Lachaise e il Parco delle Buttes Chaumont, ma di questo ne parleremo dopo. Quello che nell’Ottocento era un villaggio di campagna fra le colline, con orti e piccoli vigneti, oggi è un quartiere esempio di integrazione col maggior numero di comunità extra-francesi. Per tutto il Novecento infatti ha accolto svariate ondate d’immigrazione, ma non solo: a partire dagli anni Ottanta sono arrivati molti artisti, come testimoniano gallerie d’arte e murales sparsi un po’ ovunque.
Primo step: il Belvedere al parco
Per arrivare basta scendere alla fermata Belleville delle metro 2 e 11. Prendete Rue de Belleville (al 72 nacque Édith Piaf) che si arrampica sulla collina e vi catapulta in un’animatissima Babele tra negozi cinesi e ristoranti nordafricani. Girate in Rue Piat e raggiungete il Belvedere sopra il Parco di Belleville, da dove si vede tutta Parigi con tanto di Torre Eiffel. Me lo hanno consigliato dei parigini (gli indigeni sono sempre meglio di qualsiasi Lonely Planet o Tripadvisor). Il parco è molto bello, pieno di piante e fiori, sentieri e passaggi, con gente del quartiere che corre e bimbi che giocano.
Arrivate qui, girate senza bussola, Belleville non è enorme. Per darvi delle coordinate, a grandi linee è inclusa nel quadrilatero fra Rue de Belleville, Boulevard de Belleville, Rue des Pyrenees e Rue Ménilmontant. Perdetevi in questo mix cosmopolita di pelli, vestiti e colori.
Itinerario fra stradine nascoste
Vi consiglio di iniziare dalla via di fianco al parco, Rue des Envierges, dove al numero 16 c’è anche una deliziosa piccola galleria, “Le temps Donnés“. Vi stupirete di quante viette minuscole ci siano a Belleville, dove si respira ancora l’aria del villaggio di un tempo..
Segnatevi in particolare queste tappe: Passage Platin, tra Rue des Couronnes e Rue du Transvaal, con piccole casette. Non perdetevi nemmeno Villa de l’Ermitage, una traversa della Rue omonima piena di alberi, piante rampicanti e spaventapasseri. Se la percorrete tutta, spunterete in Rue des Pyrenees ma subito alla vostra sinistra c’è Cité Leroy, in cui vorrete bussare alla porta di una delle tante casette e chiedere di farvi adottare.
I “confini” di Belleville me li hanno detti i vari parigini che ho molestato durante le mie esplorazioni, ma pure le zone limitrofe hanno lo stesso fascino. Per cui vi consiglio anche il quartiere di Ménilmontant che, scendendo verso sud, arriva fino ad Avenue Gambetta.
Proprio al confine con Belleville c’è una chiesa molto suggestiva, la Église catholique Notre-Dame-de-la-Croix de Ménilmontant. La piazza in cui si trova è altrettanto bella (Place de Ménilmontant 3).
All’altezza di Rue de Ménilmontant 24 infilatevi in una vietta a cui non dareste un centesimo, ma se superate coraggiosamente il puzzo di piscio iniziale vi addentrerete nella Cité du Labyrinthe, una strada privata che termina in Rue des Panoyaux. Il nome viene proprio dal fatto che ha diverse deviazioni. Ci sono vari laboratori e si respira la tipica atmosfera bohémienne.
Un’altra traversa molto bella della via principale è Rue du Retrait, piena di street art. Percorretela tutta, troverete una scuola coloratissima. Ma non solo: c’è un palazzo dai fiori rossi, una tigre fra le canne di bambù, un inquietante uccellino azzurro dagli occhi spiritati e altro ancora. A metà della via invece scendete nella traversa Rue Laurence Savart, dove anche qui vi chiederete “Ma sono davvero a Parigi?”. Degno di nota nel quartiere è “La Bellevilloise“, un locale fichissimo al 19-21 di Rue Boyer.
Ultima cosa, poco lontano dalla fermata di Ménilmontant, in Rue Crespin du Gast 5, c’è il Museo Édith Piaf. Pare sia una perla deliziosa di un paio di stanze, visitabile gratuitamente in orari e giorni un po’ improbabili e bisogna prenotare.
Il cimitero di Père Lachaise
Altra chicca a un passo da Belleville è il cimitero di Père Lachaise, il più grande di Parigi e il più visitato al mondo grazie ai personaggi famosi che “ospita”. La sua costruzione risale ai primi dell’Ottocento. Preparatevi a fare su e giù per la collina alla ricerca delle tombe, in un labirinto inesplorabile senza mappa.
All’ingresso ce n’è una esposta (il QR code per scaricarla non funzionava), altrimenti si può comprare fuori dal cimitero o chiederla gratuitamente nell’ufficio all’interno. Potete comunque controllare sul pdf del sito i nomi illustri. Intanto ve ne segnalo alcuni, il primo numero è quello della divisione, il secondo della tomba: Colette 4/2, Jim Morrison 6/30, Balzac 48/97, Apollinaire 86/91, Oscar Wilde 89/83, Édith Piaf 97/71. La tomba che mi ha emozionato di più è stata quella di Modigliani (96/70), la più spoglia. Insieme a lui la compagna che si suicidò, incinta, il giorno dopo la sua morte. L’ingresso principale è in Boulevard de Ménilmontant 8.
Il Parco Buttes-Chaumont
E dopo tanta morte, seppure vip, torniamo alla vita visitando un parco di cui non avevo mai sentito parlare ma che mi ha lasciato a bocca aperta, sempre consigliato dai parigini. Parliamo del Parco Buttes-Chaumont a un passo da Belleville, verso nord, XIX arrondissement.
La cosa che mi è piaciuta di più è il fatto che fosse su una collina, con un su e giù continuo di enormi prati, con gente sdraiata a piedi nudi nell’erba alta, leggendo un libro o in relax pausa-pranzo, o facendosi baciare dal sole. Qui ovviamente il numero dei turisti sale ma è sempre gestibile. Ci sono grotte, cascate, un ponte sospeso, un lago artificiale e un Belvedere. Qui da una riproduzione del Tempio della Sibilla, letteralmente arroccato, si ha una bella vista su Parigi, con il Sacro Cuore in lontananza.
L’ingresso principale è in Place Armand-Carrel, ma vi consiglio quello di Avenue Simon Bolivar, all’angolo con Rue Botzaris, perché vicino c’è il piccolo villaggio di Butte Bergeyre, una chicca parigina splendida. Vi si accede salendo una scalinata da Avenue Simon Bolivar o da Rue Manin. E anche qui si esce dal caos cittadino per entrare in una manciata di silenziose stradine che risalgono più o meno agli anni Venti.
All’angolo tra Rue Rémy de Gordmont e Rue Georges Lardennois avrete una bellissima vista su Montmartre, forse anche più suggestiva di quella del parco, con tanto di vigneto poco sotto. Fa parte di un giardino condiviso, visitabile il mercoledì e la domenica dalle 15 alle 17:30. Ora ditemi come cazzo si fa a non amare alla follia questa città.
CONSIGLI DI VIAGGIO
Come arrivare
Parigi come ben sapete è fornitissima di aeroporti, ma se siete del nord Italia vi propongo l’opzione treno notturno con Thello : arrivate dirette in centro (Gare de Lyon) e avete tutta la giornata di fronte, sia all’andata sia al ritorno. Io ho prenotato a fine febbraio per giugno e ho speso 29 euro a tratta in cuccetta donne. Tutta la vita il letto in alto che è il più comodo.
Aggiornamento 2020: ormai la tratta non esiste più purtroppo.
Dove dormire
Sono stata al Caulaincourt Hotel and Hostel e mi sono trovata bene. La posizione non è centrale ma è ottima se amate Montmartre perché si trova esattamente dietro il Sacro Cuore. La zona di notte è sicura e con la metro a 2 minuti (Lamarck). Per un letto in dormitorio per 3 donne con bagno privato, ho speso 33 euro a notte colazione inclusa (buona e abbondante). La pecca è che non ci sono armadietti da chiudere a chiave in camera (molto piccola, ma siamo a Paris).
Dove mangiare
A Belleville e dintorni c’è davvero l’imbarazzo della scelta, se amate la cucina straniera è un paradiso. In più i prezzi non hanno nulla a che fare con le zone turistiche! Vi consiglio questi posti economicissimi:
Ravioli Chisnoi Nord Est
Indirizzo: 11 Rue Civiale, 75020 Parigi
Fa solo ravioli cinesi, di tutti i tipi con porzioni minime da 10. Non mi vergono a dirvi che ne ho mangiati 20, erano troppo buoni! Ho scelto quelli di maiale con cavolo cinese, 6 euro a porzione. E non è nemmeno una bettola!
Chez les 2 amis
Indirizzo: Rue de Ménilmontant 52, 75020 Parigi
Ristorantino curdo molto carino con personale gentilissimo. Ho preso il menù vegetariano con le falafel in stile kebab, patate fritte e yogurt per 6 euro. E mi hanno pure offerto il tè!
CONSIGLI LETTERARI
Ovviamente vi consiglio il ciclo Malaussène (dal nome del protagonista), detto anche serie di Belleville, scritta da Pennac: sono romanzi ambientati in questo quartiere e scritti da Daniel Pennac: nell’ordine “Il paradiso degli orchi”, “La fata carabina”, “La prosivendola” e via dicendo.
Ciao sono Claudia, giornalista milanese non imbruttita, vivo di viaggi in solitaria, scatto foto compulsivamente e divoro libri
Paris, Paris… è bellissima; se dovessi tornarci, un giorno, mi piacerebbe vedere questo arrondissement; bellissime le tue foto, e con la descrizione, sembra di essere lì con te! Solo una cosa: ho visto la foto, e invece di “Poissonnerie” ho letto “poisonnerie”… 😀 Buon pomeriggio! 😉
Ahahah!!! Vai davvero a vedere questa zona, è un’altra Paris ma anche se più sgarruppata è moooolto autentica! E che non ci siano turisti ha del miracoloso 😍
Lo farò senz’altro, grazie! Mi fa piacere averti fatta ridere; penso sia una delle qualità più belle im una donna, quella di ridere… Buon pomeriggio. 😉
Diffidare sempre di chi non ride, uomo o donna che sia 😉
Dal 2019 al 2023 le cose sono molto cambiate. Il parco di belleville conserva ancora una splendida vista ma il contesto ormai non è più lo stesso. Un vero accampamento di sans papiers! E tutto ciò che ne consegue
Spero di tornare presto a Parigi e vedere di persona. Comunque dopo il Covid le cose sono cambiate un po’ ovunque.