Paura di attacchi terroristici: partire o non partire?

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In questo periodo di terrore nel vero senso della parola, la domanda nasce spontanea? Partire o non partire? Partire, ovvio. Perdonate la domanda super banale, ma ha il suo perché. Serve per capire in modo spicciolo ma chiaro qual è la nostra attitudine verso questa angoscia che riguarda un po’ tutti. Visto che siamo a un passo dal periodo caldo delle vacanze, come vi comportate, vi fate influenzare nella scelta delle vostre mete?paura di attacchi terroristici
Ogni volta che c’è stato un attentato, la mia prima reazione è sempre stata un sonoro Vaffanculo. “La mia passione non la spegnerete mai” mi son detta, “io continuo a viaggiare”. Un vero e proprio rifiuto verso la strategia del terrore di quegli estremisti pazzi furiosi.
Detto questo, mentirei se dicessi che quando vado in aeroporto, quando vedo tutta quella gente indaffarata con valigie e zainoni al seguito, non mi passa per la mente qualche immagine di Bruxelles o di Istanbul. E in una frazione di secondo la speranza è una, che nessuno si faccia saltare in aria.
Mentirei se dicessi che l’idea di andare a un concerto in piazza o a una manifestazione insieme a migliaia di persone mi fa stare completamente tranquilla. Che quando prendo la metropolitana, le porte si chiudono e ci si infila nel tunnel, mi sento sempre completamente a mio agio. Mentirei se dicessi che non ho nemmeno un filino di paura insomma. Ma vado avanti.

Prenoto biglietti aerei, canto a squarciagola ai concerti, prendo la metropolitana. Perché c’è una cosa che mi dà forza: che andiamo avanti tutti. Il 99% delle persone che conosco non si fa intimidire: ha in testa una destinazione, e ci va. Pensare che alla fine la voglia di goderci il mondo e la vita sia una condizione imprescindibile per ognuno, più forte della paura, mi commuove. Continuare a fare quello che amiamo nonostante tutto è la nostra grande forza. Non è solo un desiderio, è una necessità. E ce la teniamo stretta perché se perdessimo quella perderemmo tutto, e allora sarebbe finita davvero. Il concerto di Manchester dopo l’attentato è stato il messaggio migliore che si potesse dare.

Ed è per questo che tra due giorni vado a Parigi. Perché proprio a Parigi con tutti i posti che ci sono? Perché è la mia città del cuore e non ci rinuncio. Perché mi manca bere vino rosso nei suoi cafè, mi manca il profumo unico delle brioches appena sfornate, mi manca guardare il panorama dai gradini del Sacro Cuore. O forse, semplicemente, perché SÌ E BASTA. Delle volte non farsi domande e seguire l’istinto è l’unica cosa buona e giusta.

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  1. pikaciccio ha detto:

    partire sempre ….

  2. Fabio Agnelli ha detto:

    Sono d’accordo con te. Partire comunque. Io a Dicembre del 2015 a Parigi ci sono andato lo stesso, poco dopo il Bataclan. Ok, Parigi è la mia seconda casa, ma che sia Nizza o Londra, non ho voglia di perdere il sorriso e la voglia di viaggiare per colpa loro. 🙂

    1. La pensiamo uguale😊 E poi, se proprio devo morire, meglio in viaggio che in macchina mentre vado a lavorare😉 Scherzo ovviamente, ma il senso è quello: può succedere ovunque, godiamocela allora!

      1. Fabio Agnelli ha detto:

        Bravissima! Infatti, tanto per dirti, io a Gennaio quasi ci resto attraversando la strada sotto casa. Preso in pieno e volato via.
        E come cantano gli “Eels”: “Life is funny. But not -ha ha- funny. Peculiar i guess.” Quindi, ora, voglio vivere tutto e non perdermi le occasioni di conoscere cose nuove. Luoghi, scorci, passi…

    2. E allora enjoy, enjoy, ENJOY 😀

  3. Giorgia ha detto:

    Giusto Clà!

  4. katias259 ha detto:

    Fai benissimo..è il loro obiettivo bloccarci nella paura. Si continua a viaggiare…un po’ di timore c’è ma non possiamo e non dobbiamo dargliela vinta!

  5. MAI MAI MAI dargliela vinta, andiamo dritte per la nostra strada😎

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