Oggi ho vissuto uno dei momenti più toccanti del mio viaggio sull’isola di Bornholm, tra villaggi da scoprire e il tramonto più bello della vita
Non c’è niente da fare: sono una viaggiatrice solitaria. Le mie esplorazioni, le mie scoperte, le mie emozioni riesco a viverle più intensamente se ho la massima libertà. Certo, incontrare persone è di fondamentale importanza, spesso sono loro a rendere i miei viaggi così speciali. Poi mi affeziono da morire, e ogni volta che devo dire addio piango. Come qualche giorno fa, quando ho accompagnato a prendere il traghetto i due americani che hanno passato qui con me a Bornholm, in Danimarca, più o meno un mese. Soprattutto in queste esperienze con Workaway, dove si lavora e si vive insieme, quando si ha la fortuna di avere un certo feeling ci si lega molto velocemente. Questo però non cambia la mia indole, che resta solitaria, e ne ho avuto la conferma oggi.

Quando mi sono svegliata e ho visto il cielo terso ho cominciato subito a scalpitare! Non c’era nemmeno un filo del piacevole vento danese che spesso allieta le mie giornate, e appena finito di lavorare a mezzogiorno sono saltata in macchina (che quel sant’uomo del mio capo continua a prestarmi, senza nemmeno chiedere i soldi per la benzina). Avevo bisogno di vedere qualcosa di nuovo, e sono andata alla scoperta della costa occidentale, guidando a caso. Su quest’isola infatti non c’è pericolo di perdersi, il rischio peggiore è di dover fare 20 chilometri in più per tornare a casa.
Ero da sola, per la prima volta da quando sono arrivata sull’isola. Mi ero disabituata. Mi sentivo Thelma senza Louise. Ma come sempre ho ascoltato il mio istinto, che mi ha detto: “Esci dalla via principale, e segui quella che scende verso il mare”.


Così dall’entroterra mi sono trovata a percorrere una piccola strada serpeggiante, lungo la quale si snodano il villaggi di Helligpeder e Teglkås. Una manciata di casette a due passi dagli scogli, qualche affumicatoio, due minuscoli porti… “Sogno o son desta?” mi sono chiesta. Una vera e propria cartolina, lo stereotipo del tranquillo villaggio nordico di pescatori, dove il tempo scorre a rallentatore, scandito dalle onde del mare e dal sole che sorge e tramonta. Tutto semplice, tutto chiaro.
E mi sono sentita di nuovo una divoratrice di sensazioni, odori e colori che si amplificano ogni volta che sono sola, quando posso prendermi tutto il tempo che mi serve. Così ho potuto fermarmi quelle cento volte ed entrare in meditazione Zen davanti agli scorci meravigliosi, ho potuto andarmene per poi ritornare sui miei passi ogni qual volta i miei occhi mi dicevano che non erano ancora sazi, ho potuto scattare le mie mille foto, abbandonando la macchina in mezzo alla strada quando sentivo il dovere di immortalare (o per lo meno tentare di farlo). E ho potuto parlare a voce alta con me stessa, lo faccio sempre quando sono felice: “Ma come cazzo è possibileeeee guarda che belloooooo!!!”. Ho persino dimenticato di pranzare, IO (chi mi conosce sa che mostro si impossessa di me quando ho fame).


Da qui, ero già decisamente soddisfatta, ma ho ripreso la strada per andare in un altro villaggio poco distante e molto più grande, Hasle. Un porto piuttosto moderno, ma che mi ha regalato un tramonto da spezzare il cuore. A parte i colori, che una volta calato il sole hanno dato il meglio di sé, con tutte le sfumature possibili dal rosa all’arancione, al viola, il tutto screziato di blu, era il silenzio a togliere il fiato. Ero completamente sola, avrò incrociato 4 persone, forse 5. Ogni tanto arrivava il ronzio di una macchina, altrimenti si sentivano solo i gabbiani e le onde del mare. Ero in una specie di porto fantasma, solamente io e il mio cuore.
Sono stata a guardare questo tramonto seduta sugli scogli, sull’erba, sulle scale, sulla collina, sul guardrail, ovunque, volevo gustarmelo da tutte le angolazioni possibili. Sono stata a rimirare in adorazione questo cielo dipinto da chissà chi, perché quando ho di fronte una natura così devastante ho la certezza non sia tutto nato per caso, deve esserci un creatore da qualche parte. Mi sono trovata a tremare dal freddo, ma era impossibile staccare gli occhi da tanta bellezza. Su quest’isola persino il tramonto se la prende con calma, dura quasi un’ora, d’estate anche tre. Ecco, questi sono i momenti in cui penso la vita sia davvero degna di essere vissuta.












Ciao sono Claudia, giornalista milanese non imbruttita, vivo di viaggi in solitaria, scatto foto compulsivamente e divoro libri
Grazie, un bellissimo racconto di viaggio.
Grazie, un bellissimo racconto di viaggio.
A fine Agosto sarò a Bornholm con mia figlia.
Vorrei paesaggi e tramonti indimenticabili.
Erano anni che non lo rileggevo… quante emozioni! Ti aspetta una bellissima esperienza 😊